A questo Torino non basta una vittoria contro una squadra piuttosto in disarmo come il Parma attuale per gridare alla svolta, ma sicuramente si può parlare di boccata di ossigeno e di iniezione di fiducia. Il gruppo granata aveva un grande bisogno di questi tre punti per convincersi di poter iniziare un percorso che possa portare quantomeno a una salvezza senza patemi. Sono arrivati con merito: la prestazione del Torino non è stata scintillante (il risultato di 3-0 forse è eccessivo), ma positiva sì. Ora servono controprove e il mese di gennaio non tarderà ad offrire possibilità di trovarle. Tuttavia la partita di Parma, se messa in fila con quanto si è visto a Napoli, fa sospettare che Giampaolo potrebbe averci preso quando parlava alla vigilia di sensazioni ottimistiche e di squadra in crescita, “non soltanto per le prestazioni, che vedono tutti, ma anche per le cose invisibili”.
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Le cose invisibili
Editoriale / Le sensazioni ottimistiche di Giampaolo trovano riscontro nelle prestazioni del Torino
Il tecnico ha affermato di percepire qualcosa di diverso in ciò che si respira all’interno dello spogliatoio, parlando vagamente di “un altro spirito” e di “una diversa presa di responsabilità”. Cosa intenda in particolare Giampaolo lo sa solo lui e chi vive la squadra dall’interno, però è chiaro che chi perde 23 punti da posizione di vantaggio ha problemi di compattezza e di serenità, ingredienti che nel Torino sono mancati per troppo tempo, qualunque siano le cause di questo.
La vittoria di Parma non cancella con un colpo di spugna tutti i limiti della squadra. E resta fermo il fatto che, nel percorso che deve portare a una salvezza tranquilla, serve ora un intervento sul mercato, concreto e significativo, da parte della società, per alzare il livello qualitativo e per facilitare l’allenatore nella gestione del gruppo. Però, per quanto questa squadra sia limitata, vale più della zona retrocessione, non solo perché il monte ingaggi è l’ottavo della Serie A. Ci si può e ci si deve aspettare che Parma sia stato solo il primo frutto di una nuova “alleanza” interna; il Torino non può retrocedere, al Filadelfia lavorino tutti insieme per la salvezza e poi si tireranno le somme.
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