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columnist
Chi lo conosce lo sa; Walter Mazzarri è uno che vive le partite in modo a dir poco passionale, con gesti teatrali che talvolta lo fanno perfino diventare "virale" sui social network. Abbiamo avuto l'occasione di osservarlo da vicino durante Debrecen-Torino, essendo la postazione stampa praticamente a bordo campo. Il tecnico granata non si è fermato un attimo, un moto incessante davanti alla panchina, nei momenti in cui il Toro gli piaceva e in quelli (che ci sono stati eccome) in cui invece non vedeva nei suoi uomini quello che voleva. Un perfezionista, un amante dei dettagli a cui "garba" (e lo slang toscano cade a fagiolo visto il nome dell'autore del Debrecen) mettere in risalto soprattutto le cose che non vanno bene, perchè è su quelle che si concentra il lavoro. Per migliorarsi, nel calcio come nella vita, occorre infatti ripartire soprattutto dagli errori.
Per questo condividiamo pienamente l'analisi di Mazzarri nel post-partita di Debrecen-Torino. Il calo mentale ad inizio ripresa dei giocatori granata è stato tanto comprensibile quanto evitabile. Sul 5-0 complessivo è naturale che il livello di attenzione scenda, ma l'abitudine a fare le cose per bene deve partire soprattutto da questi momenti, quando le difficoltà non ci sono. Peraltro già nella scorsa stagione (specie nella parte iniziale) il Torino aveva manifestato qualche problema nel mantenere lo stesso livello prestazionale in tutti i novantacinque minuti. Poi, nel girone di ritorno, il lavoro di Mazzarri si è visto. Si può essere fiduciosi sul fatto che anche stavolta il tecnico riuscirà a toccare le corde giuste nelle teste dei giocatori: c'è tempo per crescere ancora. C'è tempo (un mese) anche affinchè la società dia una mano al tecnico, con quei giusti ritocchi dal mercato per aumentare lo spessore della rosa: sia nella qualità che nella quantità.
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