In tanti giudicheranno il mercato invernale del Torino partendo da un assunto probabilmente sbagliato: serviva il sostituto di Zapata, e non è arrivato. Questo dato di fatto va interpretato alla luce di due fattori. Il primo è il cambio di modulo: Vanoli ha saggiamente scelto il passaggio al 4-2-3-1, modulo che permette alla maggior parte dei giocatori in rosa di essere schierati nella loro posizione più naturale. C’è spazio solo per un attaccante centrale e dunque possono bastare Adams e Sanabria (sempre se il paraguaiano, chiuso il mercato, tornerà a concentrarsi sul Toro, smettendo di offrire la versione abulica di sé che si vede da mesi). Inoltre, va sottolineato che non è facile trovare un altro Duvan, soprattutto a gennaio. Il profilo che più gli si avvicinava, Beto, è stato tolto dal mercato dall’Everton, così come il Napoli non ha pensato a cedere Simeone.


EDITORIALE
Mercato Toro: ecco qual è la critica da fare
I giocatori arrivati, a livello di profili, sono quello che servivano. Era fondamentale innestare un esterno offensivo/trequartista che potesse alzare il livello qualitativo ed Elmas lo è. A centrocampo, visto che Ilic si è di fatto chiamato fuori, serviva un sostituto all’altezza e di prospettiva e Casadei risponde all’identikit. Era poi necessario reperire un’alternativa mancina a un Sosa che fin qui non ha mai fatto la differenza e Biraghi, giocatore che fino a un anno fa era nel giro della Nazionale, può essere utile. Salama è di certo un grande punto interrogativo ma il Torino aveva un giorno di tempo per trovare un sostituto numerico di Njie, che purtroppo si è infortunato contro l’Atalanta. Visto il muro del Sassuolo per Volpato, non si è trovato nulla di meglio (e qui si potrebbe parlare dell’esiguitá di idee). Può lasciare qualche dubbio dal punto di vista tecnico la cessione di Vojvoda, che però aveva il contratto in scadenza. Il borsino del mercato, con la cessione di Ilic, chiuderà in attivo ma nessuno chiede a Cairo follie economiche.
Il rilievo che si può e si deve muovere nei confronti del club riguarda invece le tempistiche. Il Torino era arrivato a questo mercato con la necessità di muoversi in fretta perché la situazione di classifica lo richiedeva. Come al solito, si è fatto tutto nell’ultima settimana di mercato. E sarà anche vero che ormai fanno così tutti i club (tanto vale fare una finestra di trattative di una sola settimana: sarebbe ora che se ne prendesse atto). Però il problema è che i giocatori arrivati, per un motivo o per un altro, non sono pronti subito: Elmas, Biraghi e Casadei (che deve ancora esordire in A) sono reduci da un periodo di inattività e devono acquisire il ritmo partita, mentre l’adattamento di Salama al nostro campionato è un’incognita totale. Di conseguenza, è inevitabile affermare che, se nel frattempo la classifica si è sistemata e il Torino può respirare in ottica salvezza è soprattutto, o esclusivamente, merito di Vanoli e dei giocatori.
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