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MILAN, ITALY - JANUARY 28: Gleison Bremer (L) of Torino FC celebrates his second goal with his team-mate Ola Aina during the Coppa Italia Quarter Final match between AC Milan and Torino at San Siro on January 28, 2020 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
"Il Torino esce da San Siro con qualcosa da cui ripartire. Per andare dove non si sa, o meglio, è evidente che conviene per ora mettere da parte qualsiasi ambizione pensando a una partita alla volta. Sicuramente è scappata via la Coppa Italia, è un peccato per come è accaduto ma difficilmente la squadra poteva avere ambizioni di arrivare in finale. Paradossalmente - tabelloni raffrontati alla mano - al Torino devono mangiarsi le mani di più per l'occasione sciupata della scorsa stagione, quando lo stop fu agli ottavi con la Fiorentina. Quello che ci si aspettava dalla sfida contro il Milan era, in realtà, vedere una risposta dal punto di vista del carattere e dell'impegno, dopo lo sprofondo visto contro l'Atalanta. Si può dire che sia arrivata e ora l'auspicio è che almeno da questo punto di vista non si scada più in alti e bassi: il primo e imprescindibile comandamento da qui a fine stagione deve essere almeno quello di onorare la maglia granata, lottando in tutte le partite dal primo al novantacinquesimo minuto.
"Contro il Milan il Torino è partito maluccio, si vedeva chiaramente che le scorie del terribile sabato sera erano ancora nelle gambe e nelle teste dei giocatori. Nella prima mezzora di gioco tanta sofferenza, il Milan ha trovato un gol che avrebbe potuto non essere l'unico. Poi però sono emersi spiragli di positività: la reazione che ha portato al pari di Bremer e l'ordine tattico della ripresa. Un bel secondo tempo quello del Torino, che è andato in vantaggio senza rubare nulla e nulla ha subito, fino agli ultimi minuti. A quel punto è subentrato un abbassamento del baricentro -un po' per timore, un po' per calo fisico - che ha portato al pari del Milan. Nei supplementari hanno spostato gli equilibri i cambi di Pioli: Ibrahimovic, Calhanoglu e Leao. Mazzarri, un po' per gli infortunati e un po' per scelte di mercato, aveva invece in panchina solo il giovane Millico come cambio offensivo e questo ha fatto la differenza.
"Il Torino spera quindi che San Siro possa essere un punto di ripartenza, allora, con Walter Mazzarri in panchina, confermato dalle parole dei dirigenti, e con una squadra che non offre grandi certezze se l'obiettivo è quello di iscriversi alla corsa all'Europa. Da questo punto di vista, infatti, sono da mettere in conto le possibili risalite di Milan e Napoli, squadre più attrezzate in quantità e qualità. A Mazzarri sicuramente servono alternative in più e la speranza - mentre il mercato è comunque ancora aperto - è che possano essere rappresentate dal recupero di qualche infortunato. Per finire la stagione nel modo migliore possibile. Poi a giugno, per l'ennesima volta, si tireranno le somme.
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