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Editoriale

Perché il Toro di Juric fatica con le big

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Juric rivendica a ragione la solidità difensiva che ha caratterizzato la sua gestione, ma se si punta sui duelli individuali contro chi ha giocatori migliori è esercizio troppo ottimistico pensare di poter prevalere
Gianluca Sartori Direttore 

Il Torino perde ancora contro una grande squadra, e fin qui niente di nuovo. La novità sta nelle modalità della sconfitta: stavolta il ko non è arrivato nel finale, ma è maturato già nei primi 40’. Vero, poi la squadra di Juric ha avuto il merito di rimanere viva, ma a quel punto al Napoli bastava gestire la situazione e così è stato, anche se il sussulto dei granata sul finire del primo tempo avrebbe potuto riaprire del tutto la partita.

Il Toro di Juric fin qui non ha fatto mai risultato contro le big, difficile possa essere un caso. Uno o più motivi di fondo ci saranno. Si può ad esempio ragionare sulla scelta di puntare sull’uno contro uno a tutto campo con baricentro alto. Juric rivendica a ragione la solidità difensiva che ha caratterizzato la sua gestione, ma se si punta sui duelli individuali contro chi ha giocatori migliori è esercizio troppo ottimistico pensare di poter prevalere. Succedeva l’anno scorso, succede a maggior ragione quest’anno, con una rosa che non è certo più completa e affidabile di quella precedente.

Prendere o lasciare, il Torino ha una sua identità, Juric probabilmente non la abbandonerà se non per episodi isolati (come quello visto col Sassuolo quindici giorni fa). Le possibilità che questa identità possa portare risultati sono buone contro squadre dal valore paragonabile o inferiore, molto più basse contro collettivi dal valore globale superiore. Il tecnico di Spalato ha un credo calcistico preciso, ed è giusto che rimanga coerente ad esso. Ma certe volte, se vuoi avere qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto.

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