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Perché il Toro di Juric ha vinto contro una big
Non sappiamo se la vittoria contro il Milan può rappresentare una svolta per il Torino, ma sicuramente il primo successo dell’era Juric conquistato ai danni una delle prime sei squadre del campionato è una notizia, oltre che una soddisfazione tanto desiderata da tutto il Toro. Il desolante ruolino di marcia contro le big italiane ha rappresentato fin qui uno dei principali freni per le ambizioni granata, e dopo il ko di Napoli avevamo ipotizzato che potesse essere dovuto anche all’eccessiva spregiudicatezza dello stratega di Spalato: troppo ottimistico puntare sull’uno contro uno a tutto campo contro chi ha giocatori di livello superiore.
Ripartendo da questo punto, detto che una vittoria non basta per invertire una tendenza consolidata, va osservato che a livello di singoli il Milan, a Torino, per una serie di motivi ha schierato diversi titolari – pensiamo a Tatarusanu, Gabbia, Pobega, Messias, Kalulu – che sono buoni/ottimi giocatori ma non di un livello così superiore rispetto a quelli del Torino. Ha inciso inoltre la serata storta di Leao, che ha sprecato malamente due palle gol in avvio. A decidere la gara sono stati gli episodi.
Con questo non si vuol certo sminuire i meriti del Torino, la cui bravura è stata proprio quella di portarsi gli episodi dalla propria parte. La crescita della squadra di Juric sta proprio in questo: è stato fatto un passo avanti sulle palle inattive a favore, sulla lettura dei momenti delle partite, sulla furbizia con cui si interpretano certe situazioni. Siamo convinti che, oggi, il Torino una partita come quella di San Siro con l’Inter non la perderebbe, e una partita come quella in casa contro l’Empoli la vincerebbe facilmente. Il derby? Altra storia. Ma una vittoria col Milan è un buon modo per farsi perdonare.
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