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Perché il Toro non lotta per l’Europa
A una sola giornata dal giro di boa, il girone di andata ha parlato chiaramente. E ha detto che – a meno di stravolgimenti mai da escludere ma molto difficili - anche quest’anno il Torino, che si trova a meno undici punti dal settimo posto, non lotterà per l’Europa. La conferma definitiva è stato il ko contro lo Spezia. Una sconfitta che ha sì delle attenuanti, ma che è dura da digerire per tutto l’ambiente, dopo il colpaccio in Coppa Italia contro il Milan.
Il Torino giocherà il girone di ritorno per l’ottavo posto e per superare i 50 punti dello scorso anno: di più non può fare. Perché la squadra ha dei limiti a livello di organico che risaltano ancor di più in presenza di infortuni. Ma va anche detto che lo stesso mister Juric qualche limite lo sta palesando. Ha fatto un grandissimo lavoro nel portare il Torino dal 17° posto (che valeva il 18°) al 10°, ma al momento non riesce a fare di più. Contro lo Spezia c’era l’attenuante della stanchezza, ma col Verona (dopo 50 giorni di stop) la prestazione non era stata dissimile. Sì, la squadra è incompleta e il suo livello è ben al di sotto delle prime sette, ma non basta questo per spiegare i due punti in queste prime tre partite di A del 2023.
Questo Toro ha solo un piano A, che spesso viene studiato e neutralizzato dagli avversari, specie le piccole che ti aspettano basse e ripartono. Juric ha conferito alla squadra una grande solidità difensiva e una bella personalità ma la manovra troppo spesso si ferma ai venti-venticinque metri. Dire che, a quel punto, tutto è nelle mani della qualità di trequartisti e attaccanti sembra troppo facile; servono anche delle soluzioni alternative, serve calciare da fuori, portare alla conclusione diversi uomini, essere efficaci su palla inattiva. Ciò al momento accade troppo raramente.
Per dare un senso alla stagione, occorre che la società si sforzi di trovare sul mercato di gennaio le pedine giuste per consolidare la squadra in vista del prossimo anno e per togliere tutti gli alibi possibili. Intanto, si può e si deve puntare sulla Coppa Italia: lì influiscono molto gli episodi e i dettagli, sono gare secche e non un torneo lungo 38 partite dove alla lunga contano i valori.
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