Il rendimento della squadra da fine 2024 a oggi, indicativamente dal secondo tempo di Udine in poi (quell’intervallo del Blu Energy Stadium risulta di fatto una sliding door della stagione) è stato buono, sia a livello di risultati che in quanto a prestazioni. Vanoli è riuscito a ricollegare i fili con quello che era stato il promettente e illusorio inizio stagione. I dati lo fanno capire. Il Torino ha vinto due match di fila in Serie A per la prima volta da agosto scorso; e la squadra ha segnato almeno due reti per tre match di fila per la prima volta dal periodo tra settembre e ottobre scorsi (quattro, vs Hellas Verona, Lazio, Inter e Cagliari in quel caso).


L'EDITORIALE
La nuova primavera del Toro
Il merito va anzitutto al tecnico, che ha dimostrato di essere un professionista di valore, portando il gruppo fuori dal pantano dove si era ritrovato dopo l’infortunio di Zapata. Il suo avvertimento alla squadra nell’immediato postpartita del derby di andata (“Così si va in B”) è servito ed è fortunatamente solo un ricordo. Vanoli sta facendo capire di essere potenzialmente un tecnico con il quale si può pensare a costruire un futuro. E ora vedremo quel che succederà quando i nuovi acquisti saranno al massimo della loro potenzialità. A gennaio la società ha posto rimedio a quelli che erano stati gli errori estivi con un ottimo mercato, frettolosamente e aprioristicamente bocciato da troppi osservatori. Così ora vediamo un Toro che ha ancora dei difetti ma anche un buon potenziale per regalarsi delle soddisfazioni. L’autunno è passato, l’inverno quasi, ora i granata hanno di fronte a loro una bella primavera.
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