Non è mai bello quando un allenatore sceglie volontariamente di non presentarsi davanti ai microfoni.Parlare ai media fa parte integrante del lavoro di un tecnico, volente o nolente, perché parlando ai media parla ai propri tifosi, che in ultima istanza sono quelli che fanno andare avanti il calcio e quelli che permettono ai protagonisti di percepire il lauto ingaggio di cui godono. Non a caso le parole di un tecnico fanno parte integrante dei pacchetti di diritti audiovisivi commercializzati dalle società.
EDITORIALE
Quando il silenzio è d’oro
Ma questa regola, come tutte le regole, di tanto in tanto trova anche delle eccezioni. E nel caso specifico di Ivan Juric, troviamo che la scelta di rimanere in silenzio abbia un suo perché e possa essere condivisibile. Inutile aggiungere polemiche ad un momento già complicato e reso ancor più delicato dalla lite con Davide Vagnati, diventata virale agli occhi di tutta Italia. Non ci vuole un indovino per sapere che Juric sia parecchio di malumore e preoccupato perché il mercato del Torino è ancora nelle secche. Nel commentare il silenzio di Juric, allora, l’unico rammarico è quello di non poter sentire dalla sua bocca la rassicurazione sul fatto che sia motivato e carico come sempre nel portare avanti un progetto che pure in questo inizio stagione è sembrato credibile.
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