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TURIN, ITALY - AUGUST 21: Wilfried Singo (C) of Torino FC is challenged by Merih Demiral (R) of Atalanta BC during the Serie A match between Torino FC and Atalanta BC at Stadio Olimpico di Torino on August 21, 2021 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Nella disamina di Matteo Paro dopo Torino-Atalanta c’è un passaggio che merita una particolare attenzione: “Dobbiamo ripartire dagli applausi del pubblico a fine partita”. Una frase che sembra di circostanza ma non lo è, perché se il Torino vuole invertire il trend degli ultimi due anni deve passare dal ritrovare il rapporto con i suoi tifosi, ora che finalmente possono tornare allo stadio (solo con il green pass, come è sacrosanto che sia).
I tifosi del Toro sono esigenti ma sanno riconoscere l’impegno e la dedizione: così a fine partita chi era allo stadio ha giustamente applaudito i giocatori a centrocampo nonostante fossero passati pochi istanti dalla mortifera rete di Piccoli. Che il Torino non meritasse di perdere è palese così come palese è stata la differenza tra la squadra tignosa e con un’anima che ha messo alle corde l’Atalanta e quella impaurita e spaesata che non ha fatto nemmeno un gol alla Cremonese in dieci uomini. Una metamorfosi in sei giorni che si può forse spiegare con la differente condizione mentale di chi con i grigiorossi aveva tutto da perdere e con i nerazzurri molto meno, specie dopo il gol subito a freddo di Muriel.
Il Toro è ancora un cantiere aperto e sta costruendo una sua identità di cui ieri si sono visti chiaramente i primi abbozzi sul piano tattico (aggressione a tutto campo, verticalizzazioni immediate, lotta sulle seconde palle). Sul piano caratteriale invece molto c’è ancora da fare e, soprattutto in questa fase, i giocatori hanno bisogno anche del sostegno dei tifosi. Che a loro volta hanno bisogno di vedere dalla società atti concreti mirati ad alzare il livello del gruppo: una partita non cambia i giudizi, a Juric servono sempre tre pedine importanti (difensore, centrocampista e trequartista). Ci sono ancora nove giorni di mercato perchè la società faccia la propria parte, innaffiando il seme che forse ieri ha iniziato a germogliare, quello della ritrovata alchimia tra squadra e tifosi.
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