I trentaduesimi di finale di Coppa Italia sono sempre insidiosi: la condizione fisica non è ancora delle migliori e bisogna fare i conti con squadre di categoria inferiore con cui si ha tutto da perdere e niente da guadagnare. Il calcio d’agosto lascia dunque il tempo che trova, ma la vittoria del Toro contro la Feralpisalò ha lanciato dei messaggi che non si possono ignorare, nel bene e nel male.
editoriale
Solito Toro, nel bene e nel male. Ma col giusto mercato si può svoltare
Partendo dalle cose positive, il Toro di Juric ha un’identità molto precisa. La squadra difende bene e palleggia ancora meglio, trascinata da una coppia di centrocampo che ha qualità da vendere e margini di crescita impressionanti. Il problema più grande, ancora una volta, è stata la fase realizzativa. I granata hanno dominato e strameritato di vincere, ma il gol decisivo è arrivato solamente a pochi minuti dalla fine. Al Toro sono serviti ventisei tiri per segnare due volte. Merito sicuramente di un Pizzignacco in formato Superman, ma per Juric e la società sarà un tema su cui riflettere attentamente. Quante volte, nella passata stagione, il Toro avrebbe strameritato di vincere ma non è riuscito a sbloccare o chiudere le partite perché troppo poco prolifico? Si pensi banalmente alla trasferta di Salerno dello scorso gennaio, tanto per citare un esempio eclatante.
A Juric il compito di lavorare sulla crescita della squadra in fase realizzativa, alla società quello di accontentare il tecnico con le pedine che ancora mancano per alzare l’asticella. I segnali dal campo sono stati confortanti sul piano del gioco e sarebbe un peccato non scommettere su questo Toro per cercare di uscire dal limbo di metà classifica in cui sono piombati i granata nelle ultime due stagioni. L’assalto alle prime sette posizioni non è facile: davanti ci sono squadre che hanno disponibilità economiche decisamente superiori, ma l’Atalanta ha dimostrato come colmare il divario con competenza calcistica e idee di gioco. Ora sarà fondamentale trovare due giocatori di qualità sulla trequarti e sulla corsia per alzare il livello del Toro e curare i difetti della scorsa stagione, intervenendo poi per allungare la possibilità di pescare dalla panchina a gara in corsa.
Il Toro ad oggi ha già un tasso tecnico molto elevato tra difesa e centrocampo, in attacco serve ancora un’iniezione di qualità. L’ha fatto capire chiaramente anche Juric, con i fatti e con le parole. Quando il Toro faticava a sbloccarla si è giocato la carta Verdi, giocatore con la valigia in mano e in attesa di acquirenti, perché in quel momento serviva uno con le sue caratteristiche ma non ce n’erano altri. E quando nel post partita ha parlato di mercato, il tecnico ha ribadito la perdita di un giocatore come Miranchuk “che dava qualità”. Per alzare il livello bisognerà dunque trovare il profilo giusto sulla trequarti, un giocatore in grado di determinare in fase offensiva. “È inutile prendere qualcuno se non riesci veramente ad alzare la qualità” ha puntualizzato Juric al riguardo, rimandando la palla alla società. La crescita del Toro passerà dalle ultime due settimane di mercato: con due investimenti importanti e i giusti ritocchi tra le seconde scelte questa squadra potrà davvero alzare l'asticella delle ambizioni.
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