Editoriale

Testa bassa e pedalare

Testa bassa e pedalare - immagine 1
Editoriale / La corsa salvezza dei granata è ben indirizzata, ma ancora molto lontana dall’essere conclusa
Gianluca Sartori Direttore 

Il mondo granata ha trascorso una notte serena. La vittoria in casa dell’Udinese, inutile nasconderselo, ha un peso enorme nell’economia della corsa salvezza del Torino. Una corsa che è ben indirizzata, ma ancora molto lontana dall’essere conclusa. Sarebbe un errore capitale, per la squadra di Nicola, abbassare la guardia proprio nel momento si stanno materializzando i presupposti per arrivare all’obiettivo, forse anche con più anticipo del previsto. Ci perdoneranno i calciatori granata se di questa squadra non ci fidiamo ancora al cento per cento: “Testa bassa e pedalare” deve essere l’imperativo. Serve molto equilibrio all’interno dello spogliatoio, a maggior ragione in questo momento.

E serve equilibrio anche nei giudizi perché la vittoria conquistata dal Torino in casa dell’Udinese è soprattutto figlia degli episodi: alcuni strafalcioni commessi dai giocatori dell’Udinese – si vedano il gol divorato da Molina e l’ingenuità commessa da Arslan in occasione del fallo da rigore – sono clamorosi per dei calciatori di Serie A. I tre punti sono però un premio per l’atteggiamento messo in campo dai granata: gli ingredienti sono stati attenzione tattica, voglia di aiutarsi, compattezza, soprattutto la mentalità che è quello di una squadra che vuol salvarsi a tutti i costi. Tutte qualità che caratterizzano Davide Nicola, tecnico che – dal punto di vista dell’approccio mentale - sta riuscendo a trasferire alla squadra quello che serve per arrivare alla salvezza. E il fatto che la carica agonistica del derby sia stata mantenuta anche a Udine è la notizia migliore per lui.

A tal proposito, se si guarda alle cose con una visione più ampia, il percorso del tecnico fin qui può dirsi positivo; la classifica delle ultime 11 giornate (ossia da quando Nicola è arrivato) vede il Torino a metà graduatoria. Non c’è la controprova ma è lecito essere convinti che, senza il focolaio Covid, oggi la squadra sarebbe in una posizione più tranquilla. Così tuttavia non è: e per il Toro c’è ancora da soffrire.