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Il mondo granata ha trascorso una notte serena. La vittoria in casa dell’Udinese, inutile nasconderselo, ha un peso enorme nell’economia della corsa salvezza del Torino. Una corsa che è ben indirizzata, ma ancora molto lontana dall’essere conclusa. Sarebbe un errore capitale, per la squadra di Nicola, abbassare la guardia proprio nel momento si stanno materializzando i presupposti per arrivare all’obiettivo, forse anche con più anticipo del previsto. Ci perdoneranno i calciatori granata se di questa squadra non ci fidiamo ancora al cento per cento: “Testa bassa e pedalare” deve essere l’imperativo. Serve molto equilibrio all’interno dello spogliatoio, a maggior ragione in questo momento.
E serve equilibrio anche nei giudizi perché la vittoria conquistata dal Torino in casa dell’Udinese è soprattutto figlia degli episodi: alcuni strafalcioni commessi dai giocatori dell’Udinese – si vedano il gol divorato da Molina e l’ingenuità commessa da Arslan in occasione del fallo da rigore – sono clamorosi per dei calciatori di Serie A. I tre punti sono però un premio per l’atteggiamento messo in campo dai granata: gli ingredienti sono stati attenzione tattica, voglia di aiutarsi, compattezza, soprattutto la mentalità che è quello di una squadra che vuol salvarsi a tutti i costi. Tutte qualità che caratterizzano Davide Nicola, tecnico che – dal punto di vista dell’approccio mentale - sta riuscendo a trasferire alla squadra quello che serve per arrivare alla salvezza. E il fatto che la carica agonistica del derby sia stata mantenuta anche a Udine è la notizia migliore per lui.
A tal proposito, se si guarda alle cose con una visione più ampia, il percorso del tecnico fin qui può dirsi positivo; la classifica delle ultime 11 giornate (ossia da quando Nicola è arrivato) vede il Torino a metà graduatoria. Non c’è la controprova ma è lecito essere convinti che, senza il focolaio Covid, oggi la squadra sarebbe in una posizione più tranquilla. Così tuttavia non è: e per il Toro c’è ancora da soffrire.
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