L’amarezza per il mancato rigore su Sanabria, in casa Toro, è molto comprensibile. Appare netta la trattenuta sull’attaccante granata, e un penalty nel recupero finale avrebbe potuto decidere la partita. Ma non pare il caso di levare gli scudi. La stagione attuale, tra le più recenti, è stata forse quella in cui il Toro ha dovuto subire meno torti da arbitri e Var. E proprio una settimana fa il team arbitrale di Atalanta-Torino aveva graziato Coco per un fallo di mani che sembrava evidente. Insomma, quanto accaduto nel finale di Torino-Genoa non deve diventare un alibi perché il Torino può fare molto di più di quanto visto contro il Grifone.


l'editoriale
Toro, gli errori arbitrali non siano un alibi
Il pareggio è stato giusto, perché non c’è stata una netta prevalenza di una squadra sull’altra. Dopo aver trovato il gol con fortuna, il Toro non è riuscito a creare con continuità i presupposti per chiudere la partita e, anzi, sul piano del carattere ha patito il ritorno del Genoa. Per avvicinare in modo decisivo la salvezza e per provare a togliersi soddisfazioni nel finale di campionato serve uno scatto sul piano della personalità. Ora che la crisi è passata e che la classifica è più tranquilla, si può giocare con mente più libera e con più coraggio. La squadra di Vanoli fatica a leggere i momenti delle partite, e sono pochi gli elementi che tentano la giocata. Certo è un problema di poca qualità, ma anche di poca fiducia. La carta che può giocarsi il tecnico è ora rappresentata dall’innesto dei nuovi arrivi di gennaio: aumenta la concorrenza; dunque, tutti sono chiamati a fare qualcosa in più per mantenere il posto da titolare.
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