Il primo passo per fronteggiare una situazione difficile, quella di sette sconfitte in otto partite (ma anche la vittoria contro il Como non si colloca al di fuori del contesto per come è stata ottenuta), è guardare in faccia la realtà. Quella di un Toro in cui non funziona niente; di un Toro che, a guardarlo come è oggi, non può dare per scontata nemmeno la salvezza. C’è tempo per invertire la rotta, certo, ma prima di tutto occorre capire cosa è successo. E distribuire nel modo giusto le responsabilità, perché una brutta verità è meglio di una bella bugia.
L'Editoriale
Tutti sotto processo
Inevitabile partire dalle scelte societarie adottate in sede di costruzione della rosa, che alla prova dei risultati si sta dimostrando straordinariamente indebolita rispetto alla scorsa stagione. Parla da solo il fatto che si patisce così tanto l’assenza di un solo giocatore, per quanto importante come Zapata. Significa che i professionisti di valore all’interno del club, purtroppo, non sono moltissimi.
Si passa poi anche da un allenatore, Vanoli, che per quanto sia stimabile non sta riuscendo a trovare le soluzioni per uscire dalla crisi. Se è vero che è compito di un allenatore trasferire ad una squadra una certa mentalità, purtroppo il mister ha delle responsabilità. A posteriori - ma questa è una opinione - si può rivalutare l’operato di Juric, che in qualche modo ha ottenuto risultati non disprezzabili in una realtà dove altri colleghi, prima e dopo di lui, hanno faticato. Facendo valere esperienza, pelo sullo stomaco e la capacità di pungolare nel modo giusto tutte le componenti.
Sono infine macroscopiche, chiaramente, le colpe dei giocatori: si può essere scarsi, si può perdere contro una Juventus la cui rosa vale tre volte tanto, non si può continuare a farsi del male da soli, non si può scendere in campo con paura, non si può continuare a non capire un accidenti di cosa significhi un derby a Torino. Che questo Toro debba lottare per la salvezza è cosa chiara da tempo, ci sono dubbi invece sulla capacità di questo gruppo di calarsi nella parte. E probabilmente ora è questa la preoccupazione più grossa.
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