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Una Rondinella non fa ancora primavera

Gianluca Sartori Direttore 
Editoriale / Al Rigamonti luci e qualche ombra, ma da una crisi profonda si esce anche così: ora l'Inter per capire quali saranno le prospettive granata

Quattro gol alle Rondinelle sono un toccasana, ma il Torino non deve fare l'errore di pensare di aver superato tutti i problemi. Di certo la vittoria del Rigamonti è stata meritata, a prescindere dal fatto che il primo rigore fosse discutibile. Il Torino è sceso in campo con la voglia di fare la partita, confermando di aver ritrovato la compattezza necessaria per uscire dal tunnel. Le ultime due partite hanno dimostrato che la squadra ha reagito e segue ancora Mazzarri, avvalorando per tale ragione (almeno per il momento) la decisione del presidente Cairo di evitare ribaltoni in panchina.

Altrettanto certamente la partita di Brescia va soppesata nel modo giusto. Per giudicare la prestazione bisogna sempre tenere conto dell'avversario che si è affrontato, in questo caso una squadra in piena confusione che ha dimostrato di non aver metabolizzato il cambio del tecnico deciso da Cellino (per inciso, non sempre esonerare un tecnico è dimostrazione di ambizione e serietà). E poi analizzando la partita del Torino non si può tralasciare il calo dell'avvio di ripresa: solo Sirigu ha impedito ad un Brescia in dieci uomini di riaprire la partita e a quel punto chissà cosa sarebbe accaduto. Invece le ennesime paratone del portiere granata e un paio di cambi azzeccati (cioè gli inserimenti di Berenguer e Laxalt) hanno sistemato le cose.

Mazzarri sbaglia a dire che si sono fatte "tragedie per due partite sbagliate": per un mese e mezzo il Torino ne ha azzeccate davvero poche e il periodo di crisi ha messo a dura prova la credibilità del suo progetto. Da momenti così si esce un passo alla volta: prima di tutto si ritrova l'unità di gruppo, poi la convinzione nei propri mezzi, infine la qualità delle prestazioni. A Brescia il Torino un passo in avanti lo ha fatto. Mazzarri ha invece ragionissima quando dice che troppi elogi sarebbero sbagliati. Il suo Torino deve mantenere la testa bassa e pedalare: a meno che l'idea sia quella di accontentarsi di un campionato anonimo di metà classifica, i punti buttati al vento stupidamente con le piccole vanno recuperati con dei colpacci contro le grandi. Tra quindici giorni contro l'Inter ci sarà la prima occasione.