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Vagnati, dal grande feeling con Cairo a quello da consolidare con Juric
La posizione di Davide Vagnati era uno dei dossier più urgenti sulla scrivania di Urbano Cairo perché non è opportuno che un ds affronti un mercato di gennaio con il suo contratto in scadenza nel giugno successivo. Il presidente ha quindi fornito al suo direttore un attestato di stima molto chiaro. Il patron, che da sempre preferisce avere rapporti durevoli con i suoi manager laddove possibile (il rapporto con Petrachi durò nove anni), ha infatti prolungato il contratto di Vagnati non di una ma di due stagioni. Il patron è andato oltre all’episodio della rissa con Juric, in cui volarono epiteti poco carini pure per lui, guardando giustamente ai fatti relativi all’operato dell’uomo-mercato.
Vagnati fin qui ha saputo interpretare il non facile ruolo del direttore sportivo del Torino nel modo ritenuto giusto da Cairo, intervenendo dove serve e stando un passo indietro laddove necessario per quella che è la sensibilità del presidente. La gestione del direttore genovese è coincisa con un momento della società in cui le risorse economiche sono state ben più ridotte di quanto non lo fossero in precedenza, complici errori precedenti e la pandemia Covid (Vagnati arrivò praticamente in pieno lockdown). L’acquisto più caro è stato Perr Schuurs, pagato 9 milioni più 2.3 di bonus in un’estate in cui però c’era stata la cessione di Bremer per quasi 50 milioni. Considerate le non esagerate risorse economiche che gli sono state messe a disposizione, Vagnati non ha fatto male portando a casa alcuni colpi molto importanti (lo stesso Schuurs, Ricci, e col senno di poi Rodriguez), certo sbagliando anche qualcosa, ma fin qui sempre a costi contenuti. L’ultimo mercato, molto difficile per le premesse, ha visto Vagnati limitare i danni e riuscire a fare una squadra più o meno all’altezza di quella precedente.
Se il feeling professionale e umano tra Cairo e Vagnati può dirsi consolidato, non si può avere la stessa certezza per quanto riguarda il rapporto tra Vagnati e Juric. Non tanto e non solo per l’arcinoto episodio della rissa di Waidring, che può appunto essere iscritto nella categoria degli episodi, ma perché il tecnico ha il pregio/difetto di essere molto diretto nelle sue comunicazioni e le frecciate a chi fa il mercato più o meno dirette sono frequenti, così come i richiami alla sintonia avuta in passato con altri ds che, evidentemente, non ha trovato fin qui con Vagnati. E ora che il patron ha stabilito la sua visione, tocca a Davide e Ivan imparare a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, perché il presidente ha messo in chiaro che la sua intenzione è quella di continuare con questo direttore e questo allenatore.
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