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La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. Gli indirizzi di riferimento a cui mandare le vostre lettere sono le stesse: redazione@toronews.net o gianluca.sartori@toronews.net. Gli articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito. Oggi tocca a Giovanni Tavecchia, affezionato tifoso granata che vuole ricordare il padre scomparso, ripercorrendo alcune bellissime tappe del cammino del Toro ed allegando alcune foto del caro, ritratto al Toro Club Saronno.
Ciao pà.
Quando Andrea (mio fratello) ed io abbiamo dovuto scegliere il tuo ultimo vestito, non abbiamo avuto dubbi: una polo color granata …. il tuo colore, il nostro colore!
Infinite volte abbiamo gioito o imprecato insieme per il nostro amato Toro: allo stadio, davanti alla TV o, prima ancora, accanto alla radiolina.
Purtroppo la malattia (pressoché analoga a quella del “sergente di ferro” – anche lui classe 1935 – Gigi Radice) da un paio d’anni ti aveva impedito di condividere insieme a noi figli la passione per il Toro.
Spesso però ci chiedevi il risultato delle partite ed eri felice in caso di vittoria.
Ti ricordi quante volte, per tenerti desto, abbiamo ripassato insieme le formazioni del Toro? Quella degli Invincibili, dello scudetto o del tremendismo granata.
Ed era proprio quello il Toro che preferivi; il Toro di Ferrini, di Cereser, di Fossati, di Agroppi, di Rampanti, di Sala, di Pulici. Uomini veri, innamorati della maglia granata, che ad ogni partita davano il 110% e ai quali solo i “poteri forti”, nel 1971-72, scipparono uno scudetto meritato.
Sono stati i Valori di quel Toro “operaio” che hai insegnato a noi figli: l’onestà, l’aiuto reciproco, il non sottrarsi alle responsabilità, l’impegno totale in ogni circostanza …. perché tifare Toro è uno stile di vita.
Quante volte ci hai parlato dei tuoi campioni, su tutti: capitan Ferrini (la grinta), Meroni (l’estro), Pulici (la potenza).
Quante volte, commosso, ci hai narrato la vittoria per 4–0 nel derby del 22 ottobre 1967, una settimana dopo la scomparsa di Meroni, con tripletta di Combin e gol di Carelli o la palombella di Meroni a San Siro contro l’Inter, in cui ridicolizzò Facchetti (1966 – 2-1 per il Toro).
Quante volte ci siamo confrontati sulle migliori squadre di sempre. Per te al primo posto c’era il Toro del tremendismo di Giagnoni, un gradino sotto quello olandese dello scudetto e dei 50 punti, poi quello in versione samba del 1984-85 (peccato per la partita stregata col Verona in casa, successiva alle 2 fantastiche vittorie col Milan - punizione stellare di Junior - e al derby, Serena al 90°) e poi quello dei dribbling di Lentini e dei 3 maledetti legni di Amsterdam.
Ora ti voglio immaginare felice, insieme agli amici del Torino Club Saronno che ti hanno preceduto, mentre nel Filadelfia dei cieli assisti agli allenamenti degli Invincibili, della Farfalla granata e di capitan Ferrini.
A proposito, che emozione lo scorso 27 maggio leggere il tuo nome nel pannello n° 8 del mitico stadio Filadelfia.
Mi sarebbe piaciuto portarti a vederlo e spesso te lo promettevo quando ti accompagnavo a letto…. pur sapendo però che le tue condizioni non l’avrebbero mai permesso.
L’ultimo sabato di agosto te ne sei andato in punta di piedi.
Che tenerezza quando due giorni prima, mentre ti riaccompagnavo a casa di ritorno dal Centro Diurno mi hai detto: “Men dì chèn tò ul Bacigalupo in porta (Mi hanno detto che abbiamo acquistato Bacigalupo in porta)”. Ed io, con i lucciconi agli occhi: “No papà. Bacigalupo c’era lo scorso anno. Adesso abbiamo Sirigu; è forte anche lui!”.
Ora il portiere degli Invincibili, dopo averlo ammirato in gioventù a Busto Arsizio in un Toro-Pro Patria, lo incontrerai nel Filadelfia dei cieli.
Ciao pà, sarai sempre nel cuore mio, di Andrea, dei tuoi cari e dei tanti tuoi amici.
Giovanni Tavecchia
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