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Ferraris II. Campione del Mondo nel Grande Torino

Ferraris II. Campione del Mondo nel Grande Torino - immagine 1

Lettere alla redazione / "Il Grande Torino aveva modo di schierare un Campione del Mondo: Pietro Ferraris, detto il Lupo"

Redazione Toro News

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Oggi tocca a Gianni Ponta, 64 anni, chimico in pensione, con -finalmente- tempo libero per seguire il nostro Torino. Ne è tifoso dal 26 marzo 1972, dal derby indimenticabile della punizione di Sala e della rete di "Cotenna" Agroppi. Fede trasmessa dallo zio Ezio, che vide giocare il Grande Torino. Era a Genova nella mitica partita giocata in 10 nel secondo tempo, per il ritorno anticipato a Vercelli di Ferraris II (nella foto in evidenza, il secondo in piedi da destra).

Un vecchio ritaglio di giornale rimasto a lungo ad ingiallire in un libro. La foto di un calciatore, nell'atto di crossare, in bello stile, all'Arena di Milano. L'articolo, firmato da Gian Paolo Ormezzano, parla di Pietro Ferraris II, "Il Lupo", «nato ala come un altro nasce cinese».

Ferraris II: Campione del Mondo nel 1938. Storico il suo goal a Marsiglia, nell'esordio vittorioso 2-1 contro la Norvegia, in cui il portiere Aldo Olivieri "Gatto Magico" compì interventi straordinari.

All'Ambrosiana fino al campionato 1941-42 (due titoli tricolori), passa al Torino per 250.000 lire. Nel Torino, titolare per tre scudetti, alternandosi con Menti e Ossola, che giocò una partita appena più di lui nel quarto scudetto granata. Ala fortissima, espressione del vivaio dei bianchi della Pro Vercelli, vinse complessivamente sei volte il titolo di campione d'Italia e due Coppe Italia, una in nerazzurro, una in granata.

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Il Grande Torino, mentre si accingeva a costituire l'ossatura della Nazionale in vista dei Mondiali '50 in Brasile, aveva quindi modo di schierare un Campione del Mondo in carica.

Forse il ricordo più coinvolgente, colmo di ammirazione, è quello di un allora quindicenne tifoso avversario, il futuro economista Piero Barucci, fiorentino doc. "Ma ho un'immagine...vidi il Torino un anno prima di Superga. Vennero questi giocatori in una giornata bellissima...Vennero e non ci dettero una lezione, ma suonarono una sinfonia. Vinsero - mi pare - 4 a 0. Mi apparvero camminare su questo terreno come se fossero degli arcangeli, non dei giocatori. Ferraris II, che dopo pochi mesi fu ceduto dal Torino, ritenuto giocatore ormai a fine carriera, sembrava un olimpionico dello sprint. Non so perché giocasse quella sera a destra; forse perché Menti (idolo anche dei fiorentini) non giocò quel giorno. Ricordo però che giocava a destra e che ci andava sempre via".

Roberto Copernico, commerciante in cravatte e fine tecnico per vocazione, raccontava: "Una volta Ferraris II aveva bisogno di ripartire da Genova, dove il Torino doveva affrontare i rossoblù, con un certo treno, del primo pomeriggio, per tornare a Vercelli. Si presenta a Erbstein: 'Se io segno due goal nel primo tempo, lei mi lascia andar via all'intervallo?'. Erbstein accetta. Il Torino, a Marassi, stringe il Genoa nella sua area di rigore, Loik, Mazzola, Ossola, Gabetto cercano soltanto Ferraris II per il tiro e, anche se soli davanti al portiere, non battono a rete. Fino a che Ferraris segna una, due volte. Nell'intervallo, si riveste e se ne va. Il Torino, in dieci, vince 3-0 con un altro goal, di Gabetto...".

Ala scaltra e veloce, con eccellente visione di gioco, una volta arrivato sulla linea di fondo, aveva tre soluzioni di gioco. Cross alto e lungo per l'arrivo di Grezar da metà campo, teso a mezza altezza per "Gabe", diagonale rasoterra all'indietro per le mezzali. Nel 1948, a trentasei anni, aveva intenzione di appendere le scarpe al chiodo: ma ebbe un'offerta dal Novara, per fare coppia con Silvio Piola, più giovane di un anno. Giocò lì sino a trentotto anni, arrivando a 504 partite in Serie A. "Le sue galoppate lungo la linea erano veramente qualcosa d'impressionante", raccontava Silvio Piola. Pochi come lui, a livello europeo voglio dire, all'epoca sua.

Ha custodito con riserbo e rispetto il ricordo impareggiabile dei suoi compagni caduti a Superga, uscendo in punta di piedi dal calcio che lo vide protagonista. FVCG

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