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Torino-Roma 0-3, Andrea Belotti
La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. Gli indirizzi di riferimento a cui mandare le vostre lettere sono le stesse: redazione@toronews.net o gianluca.sartori@toronews.net.
Gli articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito.
Cara Redazione,
sono Bruno, un vecchio cuore granata. Anche di fatto. Avevo dieci anni quel maledetto giorno del 1949 quando vissi il terribile momento di un sogno perduto nel pianto. E da allora il colore granata è rimasto il mio stigma.
Il ricordo più bello, senza alcun dubbio, il campionato dell'anno '76 vinto dai nostri eroi, uomini veri, uniti e compatti nel volere la vittoria con indosso quella maglia intrisa di sudore, la loro seconda pelle. A conferma che il prestigioso successo raggiunto non era stato soltanto un fatto di impegno, fatica e bravura, bensì il risultato di una pervicace volontà di superarsi, dotati com'erano i nostri granata di un forte senso di appartenenza per cui lottare e vincere.
Oggi non è che ciò manchi. Anche ora si combatte e si lotta sul campo. Il calcio non ha perso il suo fascino, la sua essenza. A mutare è quanto gli gira attorno: è diventato un'industria. Il fattore economico prevale su quello sportivo. E il senso di appartenenza tende a scomparire, come logica conseguenza.
La snervante vicenda Bellotti lo sta a dimostrare, purtroppo. E ne sono rammaricato. Mai, lo confesso, mi sarei aspettato una conclusione così amara, se sarà l'addio da parte di un uomo e atleta che ho sempre ammirato per la serietà e l'impegno profusi sul campo da gioco. Era e potrebbe essere la bandiera del Toro, assieme ai tanti altri del passato, di cui potersene gloriare. Ma così ormai sembra non essere.
Avrà anche le sue personali buone ragioni per andarsene. Azzardo un'ipotesi: non saranno stati quei 100 milioni di euro che gli hanno tarpato le ali nel momento suo più alto, in cui poteva ambire ad altra esperienza sportiva, a traguardi più ambiti. E non si è saputo assecondarlo nei suoi desideri. Se fosse così, si potrebbe allora in parte capire, ma non approvare, il suo comportamento attuale di assoluto silenzio che danneggia se stesso e la società, alla quale ha dato tanto, ma dalla quale ha avuto anche tanto. Che svilisce soprattutto la fiducia, la stima e il calore dei tanti tifosi che lo hanno sempre sostenuto e applaudito.
Che delusione!! Io, tifoso da sempre e per sempre, non smetterò mai di soffrire e gioire per il mio Toro. Senza abbandoni. Anche se il Gallo volerà verso altri lidi, come ormai è quasi certo, me ne farò una ragione e non mancherò di augurargli, malgrado tutto: Buon viaggio! ...La vita continua.
Bruno Zecchetto
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