Lettere Alla Redazione

La lettera di un tifoso: “Presidente Cairo, testa o cuore?”

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Torna l'appuntamento con le Lettere alla redazione: "Mi sono fatto un'idea dopo avere letto e sentito molte interviste, dal Cairo agli albori nel mondo del calcio a quello più recente"
Redazione Toro News

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Stavolta a scriverci è Sandro Caraccio, nostro lettore che dedica un pensiero sull'operato e le scelte societarie del presidente del Torino Urbano Cairo in questi anni.

Buonasera Redazione di Toro News,

Sono spinto a scrivere dopo avere visto e letto tutto e anche di più sulla nostra dirigenza e in particolare sul Presidente U. Cairo, spesso criticato da alcuni giornali, sui social e oggetto anche di qualche battuta sarcastica. Lo ammetto, faccio parte di chi critica apertamente Cairo, in modo duro forse, ma mai offensivo.

Mi sono fatto un'idea dopo avere letto e sentito molte interviste, dal Cairo agli albori nel mondo del calcio a quello più recente. Mia personale opinione: sono portato a pensare che dopo i primi anni di presidenza ha cominciato a credere che gestire una Società di calcio fosse come gestire una delle sue aziende, fatte di manager, quadri e dipendenti.

Si è circondato spesso di Yes Man, che non hanno di certo aiutato la sua crescita organizzativa e di visione culturale sportiva.

Non ha saputo o voluto trovare persone di fiducia con capacità a cui delegare, questo suo continuo accentramento di potere lo ha successivamente portato a gravi errori dal punto di vista della gestione.

Ha avuto poca progettualità e lungimiranza su ciò che deve fare oggi una Società di media potenza economica.

Infatti pochissimi sono stati gli investimenti sul settore giovanile, che nei lustri passati è sempre stato il fiore all'occhiello del Toro, una vera e propria fucina di calciatori talentuosi.

Certo, ha incontrato qualche buon momento, ad esempio quando riuscì a comporre il binomio Petrachi-Ventura. Una cosa mi è chiara o perlomeno è una mia convinzione: Cairo ne ha spesi di soldi nel Torino e anche molti, purtroppo sbagliando molto, forse decidendo in proprio o forse mal consigliato.

Esistono due modi di essere imprenditore, specialmente se arrivano difficoltà economiche. C’è quello che taglia e riduce ogni possibile spesa, economica e anche sulle risorse umane. E quello che nei momenti di difficoltà, investe, crea un circolo virtuoso, fatto di obiettivi temporali, programmazione e investimenti sulle risorse umane, spesso questi imprenditori sono dotati di coraggio, visione e cuore.

Chiudo ricordando al Presidente che la società Torino FC oltre ai dipendenti ha qualcosa di diverso che non ha nessuna delle aziende che possiede... una società di calcio ha i tifosi e questi non sono a libro paga, ma sono fondamentali.

Caro Presidente, dopo 17 anni è il momento di usare la Testa ma coinvolgendo il Cuore.

Sandro Caraccio

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