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Lettera di un tifoso: “Pulici e quel gol segnato in volo come un angelo”
Gli articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito. Oggi l'autore è Fabio Selini, scrittore e tifoso granata, autore già di due libri sul Toro, "Passione al rovescio, diario di un antijuventino" e "Torneremo ad Amsterdam".
C'è un angelo che vola quasi rasoterra, ha gli occhi aperti e fissi su di un pallone.
L'erba è verde come lo sono i prati di mezza primavera a maggio.
Vicino qualche chiazza bianca e tutt'attorno il colore granata che riempie gli occhi.
L'angelo vola a pochi centimetri dal suolo, addirittura sfiorando il piede di un
difensore. Da stropicciarsi gli occhi. Roba che diventa leggenda mentre la stai vivendo.
I capelli neri, i lineamenti da indio, le basette lunghe, il corpo proteso coperto solo
dal colore più bello del mondo.
Lui granata, i compagni granata, ogni tifoso sugli spalti granata e probabilmente,
almeno quest'oggi, perfino il Padreterno indossa il medesimo colore.
L'angelo vola per pochi istanti che sembrano infiniti e che di fatto lo diventano
immortalandosi nella memoria.
Vola con lo sguardo fisso su quella palla scodellata in mezzo all'area dal compagno di sempre, dal gemello diverso. Non poteva che andare così, le belle storie terminano
sempre in modo indimenticabile.
Si chiudono gli occhi quando si ha paura e questa volta nessuno ne ha, men che meno l'angelo granata. Restano aperti ad ammirare la bellezza che si si trasforma in gioia.
Restano spalancati a registrare ogni istante e serbarlo per sempre.
E' un volo bellissimo e coraggioso, armonioso e dirompente. Rapido e interminabile,
difficile e inevitabile.
E' la speranza che diviene certezza, è la fatica che si trasforma in festa.
Un volo che ne ricorda inevitabilmente un altro, è la storia che per un istante chiede
perdono a se stessa.
E' Paolino Pulici che inzucca il gol più importante della sua carriera e della vita di
migliaia di persone, anche di chi quel giorno nemmeno è nato.
Il gol scudetto atteso oltre ventisette anni!
Mentre la palla si infila in porta molti guardano il cielo e le lacrime si mischiano ai
sorrisi. Gli abbracci accompagnano i singhiozzi. Strana faccenda quella granata. La
capisce chi è allo stadio e tutti quelli appesi alle radioline. Un intero popolo si
riconosce e si consola nella magia di quello slancio.
Il volo termina con un atterraggio perfetto.
L'angelo si solleva da terra, è ancora più bello di quando era in planata. Sorride come
mai aveva fatto. Prende la rincorsa e salta, le braccia al cielo con i pugni serrati.
Sulla schiena niente ali, ma il numero undici.
Basterebbe questo momento per essere certi che la vita è bellissima.
La vita è bellissima questo sedici maggio millenovecentosettantasei!
Riprende la corsa quasi a volere ripetere il decollo, lo trattengono. Lo abbracciano, lo
circondano. "Rimani con noi!".
Poco distante un muro di bandiere e di emozioni lo aspetta, lo chiama, vorrebbe
abbracciarlo e tenerlo stretto per sempre.
Non è ancora finita eppure è già iniziata la giornata perfetta.
Quella nella quale un angelo granata è sceso sulla terra per recuperare quello che per
troppo tempo il cielo aveva tolto.
Ora finalmente il mondo è di nuovo granata.
Segnaliamo, inoltre, questa petizione lanciata proprio da Fabio Selini: "Della mitica e soffertissima finale di Coppa Italia 1993 resta il ricordo indelebile eppure è svanito il TROFEO. Dove si trova? Al Filadelfia non c'è, al Museo del Toro a Grugliasco nemmeno, nella Sede del Torino Calcio pare non ve ne sia traccia. Dov'è finita? Chiediamo a Urbano Cairo di fare luce sulla vicenda e di trovare il modo di mostrarla ai tifosi granata. E' il nostro ultimo trofeo, l'ultima notte di bellissima follia. Riviviamola almeno alzandola ancora una volta".
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