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FLORENCE, ITALY - DECEMBER 29: Head coach Ivan Juric of Torino FC gestures during the Serie A TIM match between ACF Fiorentina and Torino FC at Stadio Artemio Franchi on December 29, 2023 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. L'indirizzo di riferimento a cui mandare le vostre lettere è lo stesso: redazione@toronews.net
Gli articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito. Oggi è il turno di Stefano Milano, titolare della Libreria Ubik di Savona, che ripercorre con grande ironia quanto sta accadendo in casa granata.
E così anche quest’anno ci lascia con i suoi rimpianti planetari: la Conferenza COP28 sui cambiamenti climatici non ha sortito effetti quindi il pianeta imploderà, Carlo III d’Inghilterra diventa il più tedioso Re del pianeta, e la squadra italiana di calcio del Torino anche stavolta non fa il famoso salto di qualità.
Già, perché ultimamente ci aveva anche un po’ illuso con medie da Champions, addirittura negli ultimi minuti la palla entrava non nella nostra ma nella porta avversaria.
Ma lo sappiamo - e ce lo ripetiamo ogni volta: tifare Toro non implica una adesione calcistica, ma religiosa di tipo espiativo. E’ un crash test psicoterapico, con reazioni studiate anche nelle recenti pubblicazioni di neuroscienze.
Aspettative, e delusioni.
Eppure la società ha lavorato bene, dall’inizio della stagione fino all’ultimo generoso regalo natalizio: donare la gioia del gol all’unico giocatore avversario che non aveva mai segnato. D’altronde anche in settimana si erano intravisti segnali della lungimiranza dello staff: il mister aveva dichiarato che Sanabria (insieme a Zapata) lo fa divertire molto, per cui giustamente ha pensato ben bene di tenerselo a fianco in panchina… chissà che risate si sono fatti!
Ma che dire dell’oculatezza di come è stata costruita la squadra? Il modulo era chiaro: 1 centrale difensivo, 1 centravanti, e braccetti e mezzali a profusione ai lati.
Quindi - vi chiederete - perché allora si sono acquistati 3 centrali difensivi? Ma ovvio: perché la società aveva già saggiamente previsto che un centrale si sarebbe rotto.
E perché - direte - ingaggiare allora 3 centravanti? Che ingenui che siete: perché avevano già presagito che i centravanti in campo sarebbero magicamente raddoppiati in un cambio modulo, con buona pace del mister che si ritrova ora in panchina un nutrito campionario di trequartisti che non lo fanno divertire per niente, ma che almeno contribuiscono virtuosamente ad aumentare in modo fittizio le statistiche degli spettatori presenti.
La lungimiranza e la coerenza di una società si vede anche da come gestisce i suoi simboli: tipo dichiarare che Buongiorno è la bandiera granata e quindi incedibile. Certo, lo ammetto: un pochino meno lungimirante è stato poi concordare un mese dopo di nascosto la vendita, salvo poi scoprire che lui, Buongiorno, a quelle parole ci crede per davvero. Come noi d’altronde.
Negli anni passati la società faceva uscite pubbliche infelici, e le raffinate discussioni sulle strategie tattiche si svolgevano nei parcheggi degli hotel a suon di cazzotti. Ora non più, lo stile è cambiato: le uscite infelici per fortuna adesso si fanno solo in campo, vedi Milinkovic-Savic nel derby.
Ma ora basta con le critiche: vediamo con fiducia l’avvenire del nuovo anno, con un mister famoso (e pagato lautamente) per il suo collaudatissimo modulo a due trequartisti che si ritrova però ora a gestire un banalissimo (e non suo) modulo 3-5-2, dove in un gioioso mescolio di ruoli il mediano Tameze fa il terzino, la mezzala Vlasic fa il mediano, dove l’unico giocatore premiato recentemente all’estero Sazonov fa… il panchinaro.
D’altronde, cosa serve fare il salto di qualità se il pianeta imploderà?
Stefano Milano
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