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Lettere alla redazione
Luciano Castellini: colpo di reni in un cielo granata
Lettere alla Redazione / "Il calcio si evolve. Molti di noi conservano, nel cassetto dei ricordi, belli, indelebili, i voli e le parate di Luciano Castellini"
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Oggi tocca a Gianni Ponta, 64 anni, chimico in pensione, con -finalmente- tempo libero per seguire il nostro Torino. Ne è tifoso dal 26 marzo 1972, dal derby indimenticabile della punizione di Sala e della rete di "Cotenna" Agroppi. Fede trasmessa dallo zio Ezio, che vide giocare il Grande Torino. Era a Genova nella mitica partita giocata in 10 nel secondo tempo, per il ritorno anticipato a Vercelli di Ferraris II.
Oggi va di moda la costruzione dal basso. Ma c'è stato un tempo in cui il portiere, che valeva mezza squadra, prima di tutto parava. Volava da un palo all'altro, salvava gol fatti quando l'attaccante avversario era già pronto ad esultare e regalava a noi ragazzi, giovani tifosi, un sogno ad occhi aperti, fino alla prossima domenica. "Esce Castellini, abbranca in presa e si accinge al rinvio", quante volte la prosa stringata di Sandro Ciotti ce lo ha raccontato alla radio.
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Nei suoi primi anni al Torino, di nero vestito, "Ciano", Giaguaro, ma per molti l'acrobata, insieme a Paolino e Claudio ha cominciato a farci sperare di vincere. Di nuovo. Era vestito di nero a Genova, in quella dolce serata d'estate in cui parò due rigori a Rivera e Ferrini poté regalare la Coppa Italia ad Orfeo Pianelli. Era vestito di nero, colore che ne esaltava lo stile e la corporatura agile e possente, nel derby della primavera '75, in cui riuscì a parare due conclusioni a colpo sicuro dei bianconeri Anastasi e Damiani. E, terminato il tuffo, seduto a terra, con un sorriso muoveva le mani ad incitare i compagni della difesa. Chi lo ha osservato in allenamento al vecchio Filadelfia, ne conserva un ricordo indelebile, che probabilmente nella nostra storia ultra-centenaria sta su uno scaffale ideale con Aldo Olivieri e Lido Vieri.
Poi, in maglione verde, giunse la stagione dello scudetto, e quella dei 50 punti. La maturità, la consapevolezza di volere e di dover finalmente portare a casa il successo a lungo agognato da una folla granata che, tra l'altro, stravedeva per lui.
A San Siro, nel gennaio '77, Milan-Torino terminò a reti bianche. Faceva molto freddo, metà campo coperta di segatura per mitigare il gelo. Rivera lancia Maldera in un corridoio impossibile. Tiro a colpo sicuro, uscita bassa folgorante di Castellini e palla deviata sul palo.
Domenica 3 aprile 1977. 1-1 nel derby di ritorno, partita bloccata dai bianconeri e dall'arbitro Casarin. A fine match, vola Causio nella posizione di ala destra. Crossa forte e teso. Gigi Danova, infortunato alla spalla, non raggiunge la sfera. Alle sue spalle, il numero 9 bianconero Boninsegna colpisce al volo di collo pieno. Palla tesa a un palmo dal terreno. Mentre "Bonimba" scocca il tiro, vidi volare dal centro porta un siluro in maglia verde, a piedi uniti, inarcato, colpo di reni pazzesco. Indimenticabile.
Oggi costruzione dal basso. Rilanci di Neuer con i piedi. Il calcio si evolve. Molti di noi conservano, nel cassetto dei ricordi, belli, indelebili, i voli e le parate di Luciano Castellini.
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