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L’Inter, il gruppo Suning, l’azionariato popolare e “la legge della franchigia”

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Richeviamo e pubblichiamo l'analisi di Anthony Weatherill: inventore di quella che doveva essere la 'vera' tessera del tifoso
Anthony Weatherill

Il gruppo Suning, colosso della vendita al dettaglio di elettrodomestici e prodotti elettronici, ha acquisito il settanta per cento dell’Inter. Essendo Suning un gruppo che fattura 16 miliardi di dollari l’anno, con un utile netto di 442 milioni di dollari, sembrerebbe che davanti ai tifosi dell’Inter si sia aperta una fase di prosperità per le sorti della loro squadra del cuore. Ma lasciate che vi racconti, in breve, la storia dei Los Angeles Lakers, tra le più celebri squadre di basket che militano nel campionato professionistico della NBA. I Los Angeles Lakers, per ventitré anni, si sono chiamati Minneapolis Lakers, e hanno vinto cinque titoli NBA giocando nella ridente località del Minnesota.

Un bel giorno, per ragioni puramente di business, il proprietario dei Lakers decise che Los Angeles era diventata un palcoscenico più attraente per le gesta dei giocatori dei suoi giocatori. La distanza tra Minneapolis e Los Angeles è di 3100 chilometri circa, troppi per qualsiasi tifoso di Minneapolis che in quegli anni(1947-1960) si era avventurato ad innamorarsi dei Lakers. Ma per Bob Short, l’allora boss dei Lakers, questo non fu di certo un problema. Los Angeles, e il suo palcoscenico remunerativo, accolse a braccia aperte la celebre squadra di basket. D’altronde, pensò Short, la franchigia dei Lakers è mia, non della città di Minneapolis. Negli Stati Uniti non è solo nel basket a funzionare così, ma tutti gli sport di squadra professionali(hockey, baseball, basket, football americano, e ora anche il calcio) funzionano con la filosofia del seguire il profumo del denaro; dovunque esso porti. Per raggiungere Nanchino, sede del gruppo Suning, da Milano pare occorra percorrere 8.861 chilometri, un’altra di quelle distanze indicibili anche per il cuore del tifoso più innamorato.

Pensare ad un Inter che giochi le sue partite a Nanchino è semplicemente una provocazione, sia chiaro; ma se si valutano attentamente tutte le manovre societarie fatte da Thohir da quando ha rilevato le quote di maggioranza del club milanese, allora si può facilmente comprendere come ogni scenario futuro sia possibile. Anche perché il calcio europeo sta entrando sempre di più nella logica della franchigia statunitense. Si tende, in un Europa sempre più boccheggiante economicamente, a disperdere in ogni modo l’identità e la cultura con cui sono nati i nostri fenomeni sportivi. Allora ecco che il Giro d’Italia si concede delle puntate nei Paesi Bassi e in Francia, e che la Lega Calcio Italiana decida di giocare delle finali di coppa di lega in terre lontane dall’Italia. E’ la legge della franchigia(dei soldi) bellezza, nella quale il diritto del titolo sportivo sembra non appartenere più ad un territorio e alla sua storia. Sembra che Massimo Moratti, che aveva un diritto di “recompra” nell’ambito del contratto della cessione dell’Inter a Thohir, avesse dato ai suoi legali il mandato di sondare la possibilità di un progetto di azionariato popolare per riconquistare la poltrona di comando della società che fu anche di suo padre Angelo. Probabilmente, in un sussulto di orgoglio, Moratti ha tentato di opporsi alla dura legge della franchigia, capendo che l’unica strada possibile, per opporsi allo strapotere dei soldi orientali e dei petroldollari arabi, fosse quella di rivolgersi a chi proprio della legge della franchigia non gli importa un bel niente: il cuore dei tifosi. Purtroppo pare che la mossa sia stata tardiva, che non ci fossero i tempi tecnici per attuarla. In questi giorni un altro storico imprenditore milanese, Berlusconi, è tentato di percorrere la via della seta. Ancora una volta la legge della franchigia sta per prendere il sopravvento. Ancora una volta si ignorano le potenzialità dei tifosi. Quando si fermerà questa svendita di valori e Storia? Forse quando il prossimo derby Milan-Inter, per volontà dei proprietari delle rispettive franchigie, si svolgerà in uno stadio di Pechino. A quel punto i tifosi più anziani racconteranno a dei tifosi giovani stupiti, come un tempo il derby si giocasse in uno stadio denominato Giuseppe Meazza, che si trovava nel quartiere di San Siro. Ovviamente i giovani tifosi non crederanno a nessuno di questi racconti.

ANTHONY WEATHERILL

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