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Lo strano derby dove tutto è al rovescio

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata delle Porta Accanto/ Classifica, motivazioni, aspettative e trend di Toro e Juve non seguono per una volta i classici canovacci

Una delle prime cose che mi chiesi all'indomani della storica vittoria nel derby della passata stagione fu: "Come ci arriveremo al prossimo?". L'aver azzerato i conti con un'astinenza ventennale e il trend di crescita proiettato verso l'alto (la famosa asticella da alzare...) mi spingevano a fantasticare di uno scontro con la Juve che sarebbe tornato finalmente ad essere meno impari, sia psicologicamente che tecnicamente. E l'inizio di campionato non mi stava dando tutti i torti.

L'ultimo mese, però, ha cambiato un po' le carte in tavola, o meglio, più che altro ha spento molto di quell'entusiasmo che si era creato intorno al Toro nelle prime giornate. E così, paradossalmente, si arriva al derby con tre punti di vantaggio sulla formazione bianconera, cosa che gli almanacchi riportano non avvenisse dal lontano '93-'94, e invece di esserne gasati ed entusiasti, sembra quasi che quelli messi male in classifica siamo noi!

A memoria non mi ricordo un derby così "strano" nei suoi contenuti: il classico canovaccio della sfida impari in cui solo il cuore ci può salvare lascia lo spazio ad una sfida che sulla carta, ma solo apparentemente, ci vede partire alla pari contro gli odiati rivali. Non dico che il copione sia completamente al rovescio, ma poco ci manca: una Juve in crisi, reduce dall'ennesima sconfitta di un campionato in cui ha perso più partite che in tutto quello precedente, va in ritiro punitivo per preparare al meglio questa sfida in cui tutti i protagonisti bianconeri stanno facendo appello al cuore e all'umiltà (ma non era nostro il copyright di certe cose?) per vincere il derby, salvare il tecnico Allegri e risollevare la stagione. Una situazione purtroppo familiare in casa granata fino a pochi anni fa e che fa un po' effetto vedere riproposta dall'altra parte. Eppure neanche il Toro ci arriva benissimo a questa stracittadina: due punti nelle ultime quattro gare, il pareggio beffa col Genoa di mercoledì dal sapore amaro quasi quanto una sconfitta, i tanti infortuni e la difesa sotto accusa sono tutti elementi che non ci fanno dormire sonni tranquilli.

L'idea di espugnare lo Juventus Stadium solletica non poco e, se pensiamo all'ambiente agitato in casa juventina, non è un'idea neppure tanto peregrina. Il problema, però, è che il Torino pare aver smarrito la sicurezza e la tranquillità con cui affrontava le partite l'anno scorso (prima del crollo fisico e mentale delle ultime giornate) e, in parte, quest'anno. La difesa è finita sotto accusa per i troppi gol subiti, ma probabilmente è più giusto dire che è anche il centrocampo a non garantire un adeguato filtro. Anche i numeri degli attacchi di Toro e Juve dicono che è un derby "al contrario" con i granata ad aver segnato molto di più di una Juve che fatica tantissimo a metterla dentro.

Cosa aspettarsi, quindi, da un derby sottosopra come questo? Il timore è che la Juventus utilizzi cuore ed intensità (armi che dovrebbero essere appannaggio dei granata) per far sua la partita, mentre dall'altro lato c'è il rischio di vedere il solito Toro compassato che giochicchia ai due all'ora fino a che non prende uno schiaffo. Se invece il Toro mettesse in campo la personalità giusta per fare la partita, ecco allora che un ambiente sull'orlo di una crisi di nervi potrebbe mandare in tilt Buffon e compagni e spalancarci le porte per un'altra grande impresa.

Per una volta davvero la testa potrebbe battere il cuore e la cosa più incredibile sarebbe che è quella del Toro contro quello della Juve. Pazzesco, proprio come questo derby nato "al rovescio".