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IL COMMENTO

Un bilancio sulle prime cento partite al Toro di Ivan Juric

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Il tecnico croato è riuscito a restituire con il suo lavoro una notevole stabilità alla società, ma fin qui non a proiettarla ad una dimensione europea
Alberto Giulini Vicedirettore 

Con il traguardo delle cento panchine in granata che sarà raggiunto sabato sera contro l'Empoli, si può stilare un primo bilancio dell'avventura di Juric al Toro. Al tecnico va innanzitutto riconosciuto un taglio netto con il passato: prima di lui, i granata erano reduci da due stagioni disastrose terminate con due salvezze risicate nelle ultime giornate. L'ex Verona ha ereditato un gruppo allo sbando e a fine ciclo, con un gran numero di giocatori con contratti importanti e poco da dare alla causa.

Valorizzatore: recuperati esuberi, lanciati i giovani

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Juric ha saputo prima di tutto dare una scossa all'ambiente, segnando un netto cambio di passo rispetto al passato. Il tecnico ha saputo recuperare giocatori reduci da stagioni deludenti come Djidji e Rodriguez, esuberi trasformati in leader. Al loro fianco sono stati valorizzati giovani e l'esempio emblematico è quello di Buongiorno, elemento di belle speranze diventato punto di riferimento per il Toro e ora anche della Nazionale. Il lavoro di Juric ha permesso alla società di valorizzare giocatori, realizzando anche alcune plusvalenze importanti, su tutti Bremer.

Il taglio con passato, poi il limbo a metà classifica

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Quello che a Juric è mancato, almeno fino a questo momento, è uno scatto sul piano dei risultati. Il tecnico ha fatto dimenticare in fretta la lotta retrocessione, ma non è riuscito ad uscire dal limbo della mediocrità. Una prima stagione di transizione era inevitabile, poi però il Toro non è riuscito a spingersi oltre la metà classifica. Juric ha saputo riportare la squadra ad ottenere risultati in linea con il valore della rosa, senza aggiungere quel qualcosa in più che avrebbe permesso di schiodarsi dalla decima posizione.

Risultati in linea col valore, pesano le mancate rimonte

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Se Ventura e Mazzarri erano riusciti a portare la squadra a rendere anche al di sopra delle proprie possibilità, centrando la qualificazione europea, lo stesso non lo si può ancora dire di Juric. Il lavoro del croato è stato incredibile nella prima stagione in granata, poi è mancato il salto di qualità e i risultati sono rimasti in linea con quanto messo a disposizione dalla società. Alla terza stagione in granata iniziano però a pesare alcuni difetti che il Toro non riesce a scrollarsi di dosso, quali l'incapacità di recuperare le partite (appena due rimonte in Serie A in due anni e mezzo). Juric avrà comunque a sua disposizione tutto il tempo per alzare l'asticella in questo campionato: l'occasione per lasciare il segno non manca.