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Gli arabi e RedBull si comprano il calcio italiano?

Carmelo Pennisi
Carmelo Pennisi Columnist 
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Nuovo appuntamento con "Loquor", la rubrica su Toro News di Carmelo Pennisi: "La sbornia calcistica della fine del secolo scorso, ci ha lasciati frastornati come dei nobili decaduti..."

“La verità ha

vita breve”

Giuseppe Tomasi di Lampedusa

In principio fu il Qatar, che pare si dovesse comprare mezza Serie A, poi è stata la volta del fondo “PIF” che aveva allargato le sue mire a tre quarti del nostro massimo campionato, ora è il momento di “RedBull” che, con la benedizione de “La Stampa”, ha scelto di concentrarsi su Torino, ma non si sa bene se il suo interesse sia Granata o bianconero. Si “stalkerano” mediaticamente i conglomerati ricchi, mettendo i loro nomi a carattere cubitali sulle prime pagine, nella speranza essi possano svolgere prima o poi lo sguardo verso qualche nostro club. Ci sono stati anni in cui ciclicamente veniva data per certa la notizia della cessione del Napoli allo sceicco del Qatar. Così rivelava un articolo di “Tuttosport” nella sua edizione del 15 ottobre del 2014: “secondo alcune indiscrezioni l’affare sarebbe già fatto, con l’annuncio che dovrà arrivare dopo la Supercoppa italiana… i bookmaker sono sempre più convinti della cessione del club azzurro”. Lo “stalkeraggio” alla famiglia Al Thani non si ferma, subisce una piccola pausa per riprendere vigoroso nel 2019, e stavolta è “La Repubblica”, il 12 novembre, a dare persino la cifra dell’affare dato per prossimo: “l’emiro del Qatar avrebbe presentato un’offerta da 560 milioni di euro al presidente Aurelio De Laurentiis per acquisire il pacchetto di maggioranza del club… il presidente azzurro, che fino ad oggi per la verità non ha mai espresso l’intenzione di cedere la società, starebbe riflettendo sulla possibilità di chiudere l’operazione”.

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La Campania e l’Italia intera entrano in pieno orgasmo da “Golfo Persico”, e dilaga il “watch yacht”, per capire se qualcuna delle lussuose imbarcazioni avvistate tra Capri e il Golfo di Napoli potevano essere ricondotte alla famiglia Al Thani. Raffaele Auriemma, storica voce giornalistica del tifo napoletano, si dice sicuro: tra non molto il Napoli parlerà arabo. Intanto non succede niente, se non una continua rivisitazione dell’albero genealogico della famiglia padrona dell’emirato qatarino, nella speranza di trovare il nome del possibile successore di De Laurentiis alla presidenza. Tutto ritorna presto nella quiete, per tornare ad infiammarsi nel 2021, e stavolta la notizia è davvero di quelle che possono irretire un Paese dominato dai campanili: Al Thani è indeciso se comprare il Napoli o la Salernitana. Ma c’è un indizio che fa propendere tutto nella direzione del Napoli, ed è un post su “Twitter” (oggi “X”) attribuito a Khalifah bin Hamad Al Thani, poco dopo un gol di Zielinski alla Salernitana: “Napoli in vantaggio”. Un commento su “Il Mattino” è da comicità involontaria: “non ci sono notizie certe riguardo un interesse di Al Thani di poter comprare il Napoli, ma con la Salernitana può esserci qualcosa”. L’indizio, pensate un po', è la necessità di Claudio Lotito di vendere il club granata entro il 31 dicembre 2021, in cagione delle regole che vietano la proprietà di due club militanti nella stessa serie. Ovviamente non succede niente di quanto sperato dai tifosi campani delle due squadre, e alla fine Daniele Iervolino ottiene la proprietà della Salernitana vincendo la concorrenza con Francesco Di Silvio.

Quest’ultimo qualche tempo dopo salirà di nuovo alle cronache della ribalta calcistica, proponendosi come “facilitatore” di un membro della famiglia Al Thani per l’acquisto della Sampdoria. Operazione di “facilitazione” condotta con la “Console e Partners”, già protagonista come “advisor” della cordata “Taurinorum”, che avrebbe dovuto lanciare una offerta pubblica d’acquisto per l’acquisizione del Torino FC. Surreale e pieno di spunti per una sceneggiatura di Steno se fosse stato ancora in vita, fu la conferenza stampa nella calura torinese alquanto insopportabile del luglio 2020. La telenovela Qatar/Napoli vive l’ennesima, e per ora ultima puntata, nella prima metà del 2024, quando l’ex calciatore azzurro Fabio Montezine, residente in Qatar da diversi anni, fa una importante rivelazione nel corso del programma “CRC Azzurro Time”: “so che la famiglia è interessata ad investire nel calcio Napoli. Amici che frequentano la famiglia Al Thani mi hanno detto che sarebbero molto felici di far parte del progetto futuro del Napoli”. Sconcerto ed eccitazione nello studio di “CRC”, solita sarabanda di “clickbait” sulla rete, poi di nuovo il silenzio. L’assenza di parole sono un argomento difficile da confutare, e qui si spiega il famoso “il silenzio è d’oro”, ed evita anche spiacevoli imbarazzi. Nell’estate del 2021 e sul finire dell’inverno del 2022, il quotidiano “Libero” si convince come ormai l’Inter sia nelle mani del fondo “PIF”, longa e gravida mano finanziaria dell’Arabia Saudita. Il quotidiano milanese stabilisce anche la cifra con cui gli arabi avrebbero convinto la famiglia Zhang a passare la mano, si tratta di un miliardo di euro. Il closing? Estate del 2022.

La cifra sparata, e che sarebbe giunta da ambienti finanziari non meglio precisati, avrebbe dovuto generare qualche sospetto ai redattori di “Libero”: il nostro massimo campionato, nelle sue attuali condizioni strutturali e finanziarie, non è in grado di supportare un club dal valore di un miliardo di euro. La cifra, quindi, è una evidente balla, ma ai giornalisti che l’hanno data non deve essere importato molto fare un ragionamento per verificarne l’attendibilità. Questa telenovela ha almeno il pregio di durare poco più di due anni, e termina esattamente quando gli Zhang non riescono a restituire un prestito di 250 milioni di euro di “Oaktree Capital Management”, che si prende la proprietà del club milanese come escussione del debito e con un quarto del miliardo che secondo “Libero” il fondo “PIF” era disposto a sborsare per l’Inter solo un paio d’anni prima. Non è la prima volta che un quotidiano importante prende una cantonata sul calcio, probabilmente perché il sistema della nostra comunicazione ancora fatica a prendere atto di una realtà attuale del calcio italiano completamente diversa da quella vissuta negli '80 e '90 del secolo scorso. Nella suggestione qatarina ci casca anche “Milano Finanza” nel 2019, e verga un articolo in cui si parla di un accordo in dirittura d’arrivo tra James Pallotta e la “Qatar Sports Investments” per la proprietà della Roma. “Il Qatar è già proprietario del PSG - scrive il quotidiano finanziario - ma si starebbe guardando intorno per espandersi anche in Italia”. Il principale indizio ad avvalorare questa ipotesi è l’accordo di sponsorizzazione tra la “Qatar Airways” e la società capitolina: sarebbe il preludio di un accordo imminente per la cessione del club al fondo sportivo dell’emirato. Nella stessa suggestione cadono i tifosi del Toro quando “La Stampa” scrive di una serie di incontri tra Urbano Cairo e la “RedBull”, al fine di concludere con gli austriaci la cessione del club Granata al mondo calcistico multiproprietario messo in piedi dalla nota azienda di bevande.

Anche qui l’accordo di sponsorizzazione che fa diventare RedBull “Official Energy Drink Partner” per la stagione 2024/2025 del Toro, pare il preludio di una imminente cessione. Seguono innumerevoli articoli, riflessioni, dibattiti sui social, e nessuno a chiedersi chi possa mai essere il socio di “RedBull” in questa ipotetica avventura, considerato come la filosofia attuale degli austriaci e quella di essere soci di minoranza in qualsiasi nuova avventura calcistica decidano di essere coinvolti. Socio che invece avrebbero trovato se decidessero di dare la scalata alla proprietà della Juventus, e si tratterebbe di un clamoroso ritorno. Andrea Agnelli, secondo Enrico Testa commentatore de “La Stampa”, starebbe per comprarsi, con l’aiuto proprio di “RedBull”, la Juventus dal cugino John Elkann. Sarebbe tutto già stabilito, compreso Jurgen Klopp destinato a sedersi sulla panchina bianconera. Da due giorni l’entusiasmo dei tifosi juventini è alle stelle, perché Andrea, a differenza del cugino John, sa come si vincono gli scudetti. Magari la consulenza della “RedBull” potrebbe finalmente sanare l’atavico problema di non riuscire a vincere la “Champions”, si sa il futuro è sempre roseo. In attesa di una “Offerta Pubblica di Acquisto”, obbligatoria per una società quotata in Borsa, da parte di Andrea Agnelli e “RedBull”, ci si continua ad affacciare dalla finestra delle speranze per coltivare illusioni. La sbornia calcistica della fine del secolo scorso, ci ha lasciati frastornati come dei nobili decaduti incapaci di fermare la rovina un giorno sopraggiunta. Si vorrebbe ancora vivere di feste, di balli, di calici di champagne, e allora ci si acconcia alla questua milionaria, quel luogo tremebondo e opaco dove è più facile trovare il “Gatto e la Volpe” di Collodi che il favoloso tesoro dell’Isola di Montecristo indicato dall’Abate Faria ad un disperato Edmond Dantes, crocevia della rinascita nell’immortale racconto di Alexandre Dumas. Occorrerebbe essere capaci di uscire dalla “Caverna di Platone” in cui si è incatenati, in caso contrario l’unica cosa ad attenderci è il terribile epitaffio scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “…credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria”.

Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.

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