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TN, come ogni testata sportiva, quotidianamente si trova ad essere crocevia di sentimenti forti, di entusiasmi portati alle stelle, di delusioni a riportare gli umori nelle famose stalle. Non è facile far circolare notizie davanti a simili sbalzi umorali, ma sicuramente è molto stimolante, soprattutto perché ci si trova di fronte ad emozioni vere e stratificate nell’animo dei lettori. TN ha l’onore e l’onere di provare a interpretare questi sbalzi umorali, per ricordare al proprietario pro tempore della squadra granata il suo non essere padrone assoluto di una storia. Perché la storia di un club è sempre stata e sempre sarà solo dei suoi tifosi. Concludo ricordando a me stesso il prezioso regalo fattomi da TN, ovvero quello di poter partecipare e conoscere una delle più belle realtà del calcio mondiale. Può capitare di trovarmi in Arabia Saudita per lavoro, e parlare con arabi avidi di storie di calcio di questo Toro tenace avversario dell’ordine costituto stabilito dalla Juventus. I tifosi del Toro sono come i componenti della banda della fortunata serie “La casa di Carta” trasmessa su Netflix. La banda capitanata dal “Professore” entra ogni volta nel cuore finanziario spagnolo, in realtà non semplicemente per rapinarlo, ma per ricordare ai padroni del mondo come la finanza debba essere al servizio della gente e non contro di essa. I componenti della banda della “Casa di Carta” hanno nomi di città, a ribadire come il mondo sia costituto da comunità, non da scenari digitali virtuali, dove più facilmente il più forte possa appropriarsi di tutto il banco. Ecco perché, nelle vicende della serie, il popolo spagnolo si ritrova davanti al luogo della rapina per appoggiare la banda piuttosto che il governo. Non è l’elogio della rapina e dell’andare contro la legge, naturalmente, ma solo l’ansia di giustizia di ogni classe lavoratrice di ogni tempo. Il Toro e i suoi tifosi sono la banda della “Casa di Carta” del calcio italiano, perché è con il nome della sua città che concorre, e perché è a un potere transazionale e finanziario bianconero che si contrappone. TN ogni giorno, da quindici anni, passa questo racconto e dobbiamo essergli grati. “I love ToroNews” ha titolato un suo articolo il bravo Alessandro Costantino qualche settimana fa, in pieno lockdown (LEGGI QUI). Sì, bisogna amare questa testata, perché quando funesti eventi hanno provato a chiudere la bocca alla storia granata, essa ha contribuito fortemente a far tenere la sua domanda aperta. E non è poco. Non è proprio poco. Auguri Toronews, e di vero cuore.
Di Anthony Weatherill
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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