columnist
Toro News e la casa di carta
“La parola è la civiltà. Mantiene
il contatto. Il silenzio isola”.
Thomas Mann
Toro News (TN) compie un importante anniversario, perché quindici anni di attività editoriale, specie in un mondo dell’editoria toccato da una difficile crisi a causa di cambiamenti tecnologici e molteplicità di offerta, non sono da considerarsi pochi. La stampa è così cambiata, che spesso si ha la sensazione che non sappiamo più ascoltarla, a causa di tanti, davvero tanti, rumori di fondo partecipi ogni giorno a confonderla. E per una testata sportiva, se vogliamo, la vita è ancora più difficile, perché si trova a metà di un guado tra l’essere importante e l’essere solo un momento di svago al quale, in fondo, si può rinunciare facilmente. Ma il giornalista sportivo sa, per il fatto di occuparsi ogni giorno di sport, quale importante valenza abbia per le persone, ad esempio, una cosa come il calcio. Una valenza sociale, una valenza affettiva, una valenza di memoria. TN, da quel che ho potuto capire in questi anni, ha avuto il compito di essere un punto di riferimento autorevole di una delle più importanti tifoserie italiane, con il difficile compito di fare incontrare una comunità, permeata da valori somiglianti ad uno splendido capolavoro della narrativa classica, stanziata in diverse parti della penisola e addirittura all’estero. Ho letto commenti di tifosi residenti in Sud America, Francia, Spagna, Inghilterra; voci con l’unico desiderio di dire “siamo lontani, ma vicini con il cuore e con il pensiero ad uno degli amori più grandi della nostra vita”. Parlando di calcio ovviamente a volte i toni si esagitano, si colorano di tutte quelle emozioni “di pancia”, fautori della fortuna e di parte della storia di questo sport. Quando mi hanno chiesto di iniziare a tenere una rubrica su TN, in principio sono stato preso da molti timori, perché avevo la strana sensazione di essere un “imbucato”, al quale era stato chiesto di partecipare ad una festa senza averne nessun diritto. Cosa mai potevo capire io di Toro? Certo conoscevo le gesta del Grande Torino, e quanto queste fossero importanti per la genesi di un amore granata vissuto sempre in concorrenza con un bianconero straripante, per strapotere economico e relazionale. Ma questo, da solo, non poteva bastare. Come avrebbe accettato la direzione editoriale di TN il mio spaziare tra racconti esistenziali, citazioni di memoria e letteral/filosofiche, esigenza di portare avanti le istanze universali dei tifosi? E, soprattutto, come avrebbero accolto i tifosi granata, questo imbucarmi nelle loro vicende?
https://www.toronews.net/columnist/loquor/il-rifiuto-del-calcio/
Devo dire, e non per facile piaggeria, che tutto è stato più facile del previsto per merito di lettori, anche quelli più critici verso le mie analisi, talmente curiosi e partecipi (alcuni hanno avuto la gentilezza di inviarmi delle mail gratificanti oltre i miei meriti) da farmi vivere fino ad oggi una delle esperienze più interessanti e stimolanti della mia esistenza. Il mondo di TN gode della presenza di tifosi nella maggioranza dei casi mai superficiali, persino quando si occupano di contestare il loro presidente. I loro interventi raccontano spaccati di società, di esperienze personali vissute, di psicologie di rapporti familiari e amicali; tutto ciò che fa umanità, insomma. Per la direzione di TN non posso che avere della gratitudine, perché mi hanno sempre consentito di esprimermi liberamente, senza censure o tentativi di aggiustamenti in corsa della linea che dall’inizio ho ritenuto giusto avere con i lettori. TN fa parte del circuito di “GazzaNet”, e non so quanti davvero si rendano conto del lavoro delicato e difficile di una redazione rivolta soprattutto alle vicende del Torino Calcio, perché Urbano Cairo, la “Gazzetta dello Sport” e il club granata in questo momento storico sono inclusi in un unico conglomerato di interessi, ovvero quelli dell’imprenditore alessandrino. Non ci sarebbe bisogno di rammentare a nessuno come Cairo oggi, dopo John Elkann, sia il più importante editore italiano. Ed è curioso come la stampa nazionale oggi faccia riferimento soprattutto a realtà imprenditoriali piemontesi, sottolineando ancora una volta come il destino italico faccia passare, ancora una volta, molti significati dalle parti di Torino. Dal capoluogo piemontese partì l’iniziativa di unire l’Italia, e poi non si può certo dimenticare la Fiat, impossibile da considerarsi solo una fabbrica, ma piuttosto uno dei simboli della rinascita del dopoguerra e dell’affermazione italiana nel mondo. E fu il Grande Torino a suonare la tromba dell’inizio di questa grande cavalcata. TN è Torino, inteso non solo come squadra di calcio, ma come respiro continuo, tra i suoi articoli, di una città attraversata storicamente da mille problemi e da mille rinascite. Torino, a mio parere, è “l’Araba Fenice” italiana, e quando pensi sia morta, eccola rinascere dalle sue ceneri e indicare nuove vie. Fabrizio Viscardi, da queste colonne, ha ricordato come TN sia stato presente come punto di riferimento costante durante le drammatiche vicende del fallimento del club granata nel 2005. In quel momento non c’era più niente del mondo Toro, e niente ha rischiato di esserci più. Ma TN era lì, con i suoi articoli, a ricordare la presenza di una comunità non rassegnata a scomparire: e il Toro risorse dalle proprie ceneri. La stampa, per quanto molti la detestino, ha un ruolo fondamentale per la qualità delle nostre vite, è il termometro di quanta libertà si ha realmente a disposizione. E’ il famoso “cane da guardia”, senza il quale il mondo sarebbe abbandonato ad un darwinismo sociale senza speranza. Certo, come tutte le cose del mondo, ha i suoi difetti e commette i suoi sbagli, ma guai pensare di poterne fare a meno. Quando la stampa fa la stampa, il potere, di qualsiasi natura esso sia, sa bene di non poter agire liberamente indisturbato. Ovviamente non si può pretendere dalla stampa lo stesso comportamento dell’uomo della strada, perché non solo non sarebbe saggio, ma sarebbe addirittura folle per il buon andamento delle attività umane.
https://www.toronews.net/columnist/leditoriale/toro-news-quindici-anni-di-storia-granata/
TN, come ogni testata sportiva, quotidianamente si trova ad essere crocevia di sentimenti forti, di entusiasmi portati alle stelle, di delusioni a riportare gli umori nelle famose stalle. Non è facile far circolare notizie davanti a simili sbalzi umorali, ma sicuramente è molto stimolante, soprattutto perché ci si trova di fronte ad emozioni vere e stratificate nell’animo dei lettori. TN ha l’onore e l’onere di provare a interpretare questi sbalzi umorali, per ricordare al proprietario pro tempore della squadra granata il suo non essere padrone assoluto di una storia. Perché la storia di un club è sempre stata e sempre sarà solo dei suoi tifosi. Concludo ricordando a me stesso il prezioso regalo fattomi da TN, ovvero quello di poter partecipare e conoscere una delle più belle realtà del calcio mondiale. Può capitare di trovarmi in Arabia Saudita per lavoro, e parlare con arabi avidi di storie di calcio di questo Toro tenace avversario dell’ordine costituto stabilito dalla Juventus. I tifosi del Toro sono come i componenti della banda della fortunata serie “La casa di Carta” trasmessa su Netflix. La banda capitanata dal “Professore” entra ogni volta nel cuore finanziario spagnolo, in realtà non semplicemente per rapinarlo, ma per ricordare ai padroni del mondo come la finanza debba essere al servizio della gente e non contro di essa. I componenti della banda della “Casa di Carta” hanno nomi di città, a ribadire come il mondo sia costituto da comunità, non da scenari digitali virtuali, dove più facilmente il più forte possa appropriarsi di tutto il banco. Ecco perché, nelle vicende della serie, il popolo spagnolo si ritrova davanti al luogo della rapina per appoggiare la banda piuttosto che il governo. Non è l’elogio della rapina e dell’andare contro la legge, naturalmente, ma solo l’ansia di giustizia di ogni classe lavoratrice di ogni tempo. Il Toro e i suoi tifosi sono la banda della “Casa di Carta” del calcio italiano, perché è con il nome della sua città che concorre, e perché è a un potere transazionale e finanziario bianconero che si contrappone. TN ogni giorno, da quindici anni, passa questo racconto e dobbiamo essergli grati. “I love ToroNews” ha titolato un suo articolo il bravo Alessandro Costantino qualche settimana fa, in pieno lockdown (LEGGI QUI). Sì, bisogna amare questa testata, perché quando funesti eventi hanno provato a chiudere la bocca alla storia granata, essa ha contribuito fortemente a far tenere la sua domanda aperta. E non è poco. Non è proprio poco. Auguri Toronews, e di vero cuore.
Di Anthony Weatherill
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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