Volendo concentrarsi solo sulle cose positive, potremmo dire che ultimamente il Torino non perde nemmeno quando non si presenta in campo. Perché questo è accaduto contro il Verona, partita terminata con un pareggio che, però, ha la valenza di una mezza sconfitta. Da parte dei granata l’unica cosa buona vista è stata il gran gol di Elmas (il tema sul futuro del giocatore rappresenta, per il club granata, l’ennesima possibilità di dimostrare ambizioni). Per il resto, ad osservare dall’esterno quanto accaduto, ci sono stati tanti episodi in grado di far ritenere che ci sia stato un chiarissimo calo di tensione: il rigore calciato senza determinazione da Adams, il rosso di Ricci seguito a un controllo sbagliato, la papera di Milinkovic-Savic sul gol, molte letture difensive sbagliate, financo il gesto del binocolo mimato da Paleari in panchina dopo la punizione calciata altissima da Coco, spia dell’eccessiva tranquillità che si respirava.


L'Editoriale
Ma non erano tutte finali?
Evidentemente, la mancanza di obiettivi di classifica più o meno inconsciamente ha tolto motivazioni e cattiveria agonistica. Così fosse, sarebbe un vero peccato il fatto che una splendida cornice di pubblico come quella vista ieri pomeriggio non sia stata sufficiente a motivare adeguatamente la squadra. Va detto che, negli ultimi mesi, fin qui non era mai accaduto che il Torino sbagliasse in questo modo l’approccio alla partita. Quindi, l’auspicio è che la partita contro il Verona rimanga un episodio. Il tecnico Vanoli e alcuni giocatori hanno ripetuto che le motivazioni sono e devono rimanere altissime per onorare maglia e campionato, parlando di “finali” da giocare. Perché queste non rimangano le ennesime parole al vento sarà fondamentale il contributo della società, che nel calcio è sempre chiamata ad affiancare il tecnico nel trasmettere ai calciatori la giusta mentalità con parole e soprattutto con i fatti.
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