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Massì… non fa niente, tanto l’Europa era un obbiettivo di Miha!

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Il Granata della Porta Accanto / Torna la rubrica di Alessandro Costantino: Analisi sarcastica ed amaramente ironica delle ultime vicende granata: è sempre colpa dei tifosi...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Siete i soliti lamentosi “voi” tifosi del Toro, sempre a protestare per qualunque cosa. Prendiamo, ad esempio, la qualificazione all'Europa League: ma cosa ve ne importa? L'ha detto chiaramente il presidente Cairo: era un obbiettivo di Mihajlovic. Lamentosi e pure boccaloni: basta che un allenatore vi metta sotto il naso un obbiettivo e “voi” ci cascate subito. Ma possibile? Eppure siete grandi e vaccinati! Il presidente, quindi, per sgomberare ogni dubbio sulla cosa, ha saggiamente cambiato allenatore in modo che fosse più chiaro che l'intenzione non era andare in Europa. Con buona pace dei vostri sogni di gloria.

Ricapitolando: vi siete bevuti gli obbiettivi strettamente personali del precedente allenatore, non avete capito che Mazzarri è una sorta di perito chiamato per valutare il valore della rosa (ma non era la più forte degli ultimi 20/30/40 anni?) e, in più, appena il presidente vi chiarisce queste dinamiche, “voi” cosa fate? Lo contestate? Pazzesco! Siete davvero “nostalgici di un Toro che non c’è più” come recitava uno striscione in Maratona domenica scorsa.

A “voi” piaceva la Uefa, questa si chiama Europa League, vi piaceva Mondonico che alzava la sedia o Graziani che sostituiva Castellini in porta, ma quello è un calcio che non esiste più. Quando si era andati in Europa League per colpa delle inadempienze di quello spendaccione di Ghirardi, ci aveva già pensato il presidente a farvi stare coi piedi per terra non rinforzando la squadra ne’ in estate, ne’ in inverno, eppure vi eravate esaltati lo stesso per Bilbao: lo faceva per “voi”, per non illudervi e invece non avete capito niente. Anzi sembra quasi che abbiate il chiodo fisso per questa benedetta Europa. L'Europa distrae (fondi) dallo scudetto del bilancio che è l'unico vero titolo prestigioso per cui valga la pena lottare. Altro che soffrire per i tre pali di Amsterdam! O i tre rigori contro della Coppa Italia a Roma. Continuate a non voler capire: una salvezza serena a metà classifica vale cento volte di più in salute che una rincorsa affannosa al settimo posto. La vita è breve va goduta con calma. E poi in che lingua ve lo devono ripetere che l'Europa League è la cugina sfigata della Champions, non vale nulla e al confronto la Mitropa Cup era un piccolo mondiale per club. E’ ora che “voi” tifosi del Toro apriate gli occhi: nessun giocatore vuole rimanere qua e tarpargli le ali costringendolo a rimanere è una piccola grande ingiustizia. Finché continuerete ad affezionarvi al Darmian o al Glik di turno rimarrete sempre con un pugno di mosche in mano. Com'è che diceva quell'altro allenatore genovese? “Non è importante chi parte, ma chi arriva al suo posto”. E il presidente infatti si guarda bene dal comprare qualcuno che possa offuscare l'immagine positiva lasciata nei vostri cuori da chi va via: l'ennesimo gesto di compassione che non riuscite proprio a capire. Pensate se vendesse Belotti e poi vi comprasse Harry Kane: dopo mezz'ora non vi ricordereste manco più chi fosse il Gallo! Allora meglio un Falcinelli o un Damascan così il dolce ricordo delle gesta di Belotti avrebbe modo di continuare ad albergare lungamente nei vostri cuori e nelle vostre menti. Questa sì che si chiama sensibilità!

Per fortuna che a giugno quando Mazzarri avrà completato l'inventario della rosa, vi potrete imbarcare su un nuovo progetto biennale di valorizzazione dei giocatori. E mi raccomando, non fate subito i provinciali ottusi pronti a chiedere con irrispettosa tracotanza quali siano gli obbiettivi sportivi: è terribilmente demodé dichiarare gli obbiettivi e, diciamocela tutta, porta pure rogna. Si navigherà a vista com'è giusto che sia, pronti però a piazzare lo scatto decisivo per l'ennesimo scudetto del bilancio: vincere è una droga alla quale non ci si assuefa mai…

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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