columnist

Meccanismo Toro

Maria Grazia Nemour
Sotto le Granate / Torna la rubrica di Maria Grazia Nemour, in proposito del cambio sulla panchina granata

Diamo sempre troppa importanza a questa insopportabile Juve.

Per lei eravamo la partita di Coppa prima del Cagliari, per noi, è febbre da quando abbiamo vinto contro la Roma e sapevamo che ci sarebbe toccata lei, a casa sua.

Più forte di noi la Juve, ma questo già lo sapevamo.

Più fortunata di noi, e i rimpalli diventano gol per la Juve.

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Dalla sua panchina fa alzare Higuain, noi De Luca (e mi è piaciuto De Luca, ci sarà spazio per lui).

Abbiamo giocato senza alcuna costruzione schematizzata in testa da far girare nelle gambe, improvvisando, ma non peggio di tante, tantissime altre volte. Almeno senza la velleità di aggredire, con lo scudo alto.

Eppure è la Juve che determina l’esonero di Miha.

Era davvero questo il momento migliore per ammetterlo, Miha non fa per noi?

Viene espulso dal campo per l’ennesima violenta e sterile protesta contro l’arbitro e sul campo del Toro, non ci tornerà più. Arginare la propria rabbia per il bene della squadra, non gli riesce.

Gli allenatori sono tutti equilibristi, in fondo credo che a Miha non importasse poi così tanto, non cadere.

Lo “Stile Mihajlovic” non mi ha mai affascinata. Come tutti agognavo a un gioco con più mordente dopo anni del pragmatico Ventura, ma Miha non ha costruito una squadra aggressiva, non ha saputo infondere slancio, solo declamare discorsi. Parole, su parole, su parole, spesso mal scelte, arroganti più che appassionate. Deprecabili, quelle che non ha saputo trovare a proposito di Anna Frank.

Ma ormai non è più il momento di infierire, Miha non è più il nostro allenatore.

L’esonero è comunque una sconfitta collettiva. Le squadre si muovono attraverso mille meccanismi collegati insieme, sfilarne uno che risulta difettoso può risultare l’unica cosa da fare, ma è sempre pericoloso. C’è il rischio di inceppare il congegno.

Ritrovarci nella prima settimana di gennaio con un nuovo allenatore non piace a nessuno, neanche a chi attendeva questa decisione da tempo, da tante partite fa, da tanti pareggi fa. Questo Toro era stato montato sul progetto di Miha, ora tocca consegnarlo nelle mani di un altro architetto – Mazzarri. Il prescelto è lui, già da ieri pomeriggio – e chiedergli di fare attenzione, è fragile il Toro in questo momento, si può rompere.

Maneggiateci con cura.

Il Toro, merita di più.

Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.