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Mercato Toro: inizio coi botti low cost, ma servirà utilizzare il tesoretto

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto / Sistemata la difesa praticamente a zero euro, per il centrocampo serviranno innesti di qualità. Per fortuna le risorse non mancano

Bene, bravi, bis. Anzi tris, poker e via discorrendo... L'ingaggio di Sirigu è stato sicuramente il modo migliore di cominciare un mercato che finora è stato tanto ragionato quanto avaro di slanci. Il portiere sardo è pedina fondamentale per l'undici della prossima stagione ed il suo arrivo a costo zero, oltre che “pareggiare” in qualità e fama quello di Hart dell'anno passato, costituisce un piccolo capolavoro di opportunità ed opportunismo. Se nel Medioevo la gente per strada aspettava gli avanzi dei luculliani pranzi dei ricchi per sfamarsi, nel calcio moderno sta accadendo qualcosa di molto simile: ci sono una dozzina di ricchissime società europee che strapagano i propri giocatori, ma che spesso non sanno poi più che farsene se questi calano di rendimento o sono superati nelle gerarchie dai continui nuovi arrivi.

Il Torino di Cairo si sta specializzando nel “ripulire gli avanzi” di questi top club sfruttando esuberi e mal di pancia vari e portandosi a casa (magari anche solo temporaneamente) pezzi da novanta che fino a pochi anni fa si sarebbe a malapena sognato. È una tecnica discutibile ed anche poco dignitosa per certi versi, però sta dando qualche frutto e penso che sarà sfruttata finché ce ne saranno le condizioni per farlo. In questo senso, quindi, le voci su potenziali prestiti di Vermaelen o Rafinha dal Barcellona non sono che la conferma di questo nuovo filone battuto dal duo Cairo-Petrachi.

E il famoso tesoretto di circa trenta milioni derivante dagli incassi delle cessioni di Peres e Maksimovic? Integro e ben al sicuro nei forzieri di Via Magenta. Nemmeno l'arrivo molto probabile di Paletta lo scalfirà giacché per l'oriundo del Milan sarà sufficiente reinvestire la plusvalenza ottenuta con la cessione di Chiosa al Novara. D'altronde non lo prescrive il dottore di spendere e spandere a destra e a manca. Se si riescono a reperire sul mercato quegli elementi che servono per rinforzare la rosa, ben vengano. Senza dimenticarsi però due cose: una è che si è parlato l'anno scorso di Toro in Europa in due anni e questo sarebbe appunto l'anno in cui ciò dovrebbe avvenire e l'altra è che ci sono un paio di elementi indispensabili da comprare (un centrocampista tosto e tecnico, un difensore mancino ed un attaccante di “scorta”) per i quali non si può sbagliare e per i quali sarà difficile non spendere. Una società senza debiti e con i crediti succitati quale è il Toro non può esimersi dal consegnare al mister una rosa adeguata entro la fine di luglio.

Gli obiettivi sportivi sono altrettanto importanti rispetto a quelli di sana e ragionevole gestione economica del club. Nessuno chiede spese folli, né che si strapaghino giocatori che non valgono i soldi delle proprie valutazioni (ad esempio 10 milioni per Castro), ma è inaccettabile che il Toro possa finire il mercato senza aver piazzato due o tre colpi di grande livello. I diciotto milioni vociferati per Simeone jr sono uno di quei colpi che avrebbero senso in quest'ottica. Fermo restando che io personalmente investirei pesantemente sul centrocampo dove,  dando per scontato che Baselli si confermi ai livelli di fine stagione, Acquah e Benassi sono due gregari in ottica da squadra da Europa League e pertanto è assolutamente necessario inserire un paio di giocatori che garantiscano qualità e personalità in dosi massicce.

Bene dunque l'inizio low cost del mercato del Toro. Ma per andare in Europa servirà aprire i cordoni della borsa: una borsa che per fortuna è bella piena...