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columnist
Il Granata della Porta Accanto/ Per Emiliano l'inaspettata convocazione in azzurro, il terzino al rientro anche se non ha mai entusiasmato i tifosiIl Toro di quest'anno è un bel rebus. Sulla carta è più debole perché ha perso Immobile e Cerci, novelli ed effimeri gemelli del gol, e non ha saputo sostituirli degnamente, a parte l'innesto di Quagliarella che si è confermato un signor centravanti. Per alcuni però è un Toro più completo di quello dell'anno scorso visti altri innesti mirati e soprattutto è un Toro con delle prospettive buone visti i giovani arrivati. Il campo ha lasciato finora intatto il dubbio: buone prestazioni alternate ad altre disastrose (Samp e Helsinki su tutte), difesa di ferro ma attacco di cartapesta, centrocampo più muscolare ma con poca qualità, scommesse non esplose (Sanchez Mino su tutti) e grandi sorprese (Bruno Peres su tutti). Insomma, grandi contraddizioni e stessi punti dell'anno scorso dove l'inizio di campionato non fu certo esaltante. Una riprova di ciò viene guardando a due giocatori della rosa: Moretti e Masiello. Il primo dopo una stagione pressochè perfetta ed un inizio di campionato buono, ma leggermente al di sotto di quello dell'anno passato, ha ricevuto la convocazione in Nazionale da parte di Conte. Un premio alla professionalità di questo grande giocatore arrivato dal Genoa etichettato come bollito e invece molto decisivo nel raggiungimento del traguardo europeo. Ad avercene di Moretti in squadra si è spesso sentito dire in Maratona! Il secondo invece è il classico giocatore che piace agli allenatori e meno ai tifosi. Sasà non ha mai lesinato impegno in questi suoi trascorsi granata e ha sempre eseguito alla lettera gli ordini del mister. Non è certo il giocatore che fa fare il salto di qualità alla squadra, ma un onesto terzino che veleggia sulla sufficienza. Diciamo che non è mai entrato nelle cuore dei tifosi che avrebbero preferito investire i soldi del suo ingaggio in un giovane di prospettiva (vedi Barreca) o in un giocatore più talentuoso. La fascia sinistra è sempre stata il tallone di Achille di questa squadra e, arrivato Molinaro, teorica riserva di un terzino sinistro titolare (che non poteva essere Bruno Peres visto che da subito si era chiarito l'equivoco sul fatto che fosse un giocatore di fascia destra), diciamo che il rinnovo di Masiello è apparso ai più come la non volontà di investire su di un ruolo che invece è chiave nel 352 venturiano. Tant'è che oggi in quel ruolo ci gioca Darmian quasi in pianta stabile Se da un lato quindi questo Toro continua a essere premiato per i giocatori che ha rivitalizzato, dall'altro gente come Masiello (o Larrondo e Barreto) sono forse un po' ingiustamente bersagliati e presi a capro espiatorio delle politiche societarie un po' miopi: in estate servivano due attaccanti forti, un regista e un terzino sinistro di alto profilo. Purtroppo non è arrivato nulla di tutto ciò e il povero Masiello dovrà dare il 110%, se mai rientrerà tra i titolari, per non essere fatto oggetto della delusione dei tifosi. Sperando, ovvio, che i punti fermi dell'anno scorso come lo stesso Moretti, trovino la stessa continuità di rendimento. Altrimenti dall'Europa alla lotta per la salvezza sarà un brusco risveglio per chi si crogiolava nel sogno di rivedere, finalmente, un Toro di nuovo forte.
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