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Nazionale con o senza…filtro

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Nella settimana che precede l'atteso anticipo fra Toro e Milan il calcio italiano celebra la qualificazione degli azzurri di Cesare Prandelli ai mondiali in Brasile della prossima estate. Cosa va e cosa non va al momento? 
Renato Tubere

Nella settimana che precede l'atteso anticipo fra Toro e Milan il calcio italiano celebra la qualificazione degli azzurri di Cesare Prandelli ai mondiali in Brasile della prossima estate. Cosa va e cosa non va al momento?   IL CT AZZURRO: PREGI E DIFETTI - Cambi di modulo come se piovesse. Un giocatore riconvocato addirittura sei anni dopo la sua ultima apparizione in azzurro (Pasqual) e mandato subito allo sbaraglio fra lo stupore, scommetto, anche del diretto interessato. Una certa predisposizione all'usa e getta verso alcuni talenti (Cerci su tutti) per far posto a onesti pedalatori privi di genio o quasi (Giaccherini). A Cesare Prandelli, ct dell'Italia appena qualificatasi ai Mondiali del 2014 in Brasile con due gare d'anticipo, piace vincere difficile. Manifestate le perplessità sul suo operato, al mister di Orzinuovi va riconosciuto un merito per questa qualificazione raggiunta con tanto anticipo: ha creato, dopo la disastrosa gestione di Marcello Lippi, uno spogliatoio in tutto e per tutto simile a quello di un club della nostra serie A. C'è unità d'intenti, solidarietà fra titolari e riserve, voglia di lottare fino in fondo per gli obiettivi prefissati. Un esempio? La scossa che Prandelli ha dato ieri alla squadra nell'intervallo della gara contro la Repubblica Ceca. Al di là degli aggiustamenti tattici si è vista una squadra che, in soli tre minuti, ha ribaltato il risultato con una certa disinvoltura. Balotelli si è trasformato da peggiore a migliore in campo. Da centravanti sprecone e irritante a trascinatore irresistibile o quasi: che metamorfosi la sua! Un cruccio in più, per Glik e compagni, cercare di fermarlo sabato sera all'Olimpico? Questo è un altro paio di maniche, amici granata!   UN BEL MANCINO PER VENTURA - L'eroe di Anfield: così all'Udinese ricorderanno Giovanni Pasquale. Per quel suo gol decisivo, realizzato con una bomba di sinistro da fuori area al Liverpool in trasferta il 4 ottobre del 2012. Prematuramente eliminati dall'Europa League a pochi giorni dalla fine del calcio mercato, Guidolin e i Pozzo han lasciato andar via l'esterno di fascia molto a malincuore. A Torino Giampiero Ventura fremeva quando i cronisti insistenti gli domandavano che genere di giocatore gli servisse per chiudere degnamente questa finestra di mercato: "Mi dite in caso d'infortunio di Darmian o di D'Ambrosio, visto che anche Masiello è momentaneamente fuori causa”. Come a dire, gioco io? Sfumato per le condizioni fisiche precarie l'acquisto di Andrea Dossena dal Napoli, io credo che la soluzione Pasquale, più un esterno di fascia sinistra offensivo che un terzino vero e proprio, adattatosi magnificamente al 3-5-2 di Guidolin, farà compiere un bel salto di qualità a questo Toro. Una destinazione graditissima, tra l'altro, sia dal giocatore che dal suo procuratore Marcello Bonetto. E chissà che il bravo Giovanni non tiri fuori dal suo repertorio qualche bella bomba fuori area delle sue già sabato prossimo?   O' ANIMALE CHI? - Mercoledì 26 febbraio 1992, Coppa Italia, quarti di finale: nel fatiscente impianto del Delle Alpi di Savonera - una vergogna incancellabile la sua costruzione in occasione dei Mondiali di Italia '90! - il Toro non va oltre l'1-1 che, complice lo 0-2 dell'andata a San Siro, lo elimina dalla competizione. Antonioli fa il fenomeno per tutta la gara con sei o sette prodezze in serie: solo Gigi Lentini realizzerà un gol pazzesco quasi a metà ripresa per i granata. Ma avviene al 23° del primo tempo il fattaccio per cui verrà ricordata questa gara. Pasquale Bruno, autore fin dalle prime battute di un duello rusticano con Marco van Basten, devia involontariamente alle spalle di Marchegiani un cross innocuo di Paolo Maldini. Il centravanti olandese, evidentemente in piena trance agonistica, irride il suo implacabile marcatore, a terra disperato, con una specie di balletto. Scoppia il finimondo e fra le due squadre si accende una rissa a malapena sedata dall'arbitro. Subito dopo Capello, mister rossonero, richiama infastidito in panchina van Basten sostituendolo con Serena. Finita la partita polemiche infinite e, mentre il centravanti olandese si rifiuterà ostinatamente di spiegare il suo comportamento, Bruno, 74 presenze e 1 gol in serie A nel suo periodo granata fra il '90 e il '93, qualche giorno dopo replicherà così: "Io ho già dimenticato tutto, per me ogni partita è come un film! Non mi arrabbio neppure se mi dicono che sono un animale, io! Marco ha sbagliato a reagire così? Io però ho a mia volta sbagliato a provocare lui, gli altri rossoneri e la loro panchina per il resto della gara: ma per me e credo anche per lui la vita è ricominciata un minuto dopo il fischio finale!". Parole di un calciatore professionista che non dimentica di aver scelto il calcio come passione vera: altro che ... o'animale!   Renato Tubère

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