C'è stata una partita in cui perfino ai Campionissimi costò sangue e sudore aggiudicarsi la vittoria. Di quale partita parliamo? Possibile che ve ne sia stata una? A giudicare dalla storia del Grande Torino, pare davvero inusuale per non dire irreale che possa esserci stato un match nel quale i nostri abbiano avuto la peggio per buona parte del gioco.
Nel segno del Toro
30 maggio 1948 – L’incredibile rimonta granata
Siamo al 30 maggio 1948. I granata affrontano la Lazio al Filadelfia per la partita di ritorno. Entrano in campo con il solito spirito, ebbri di energia e consapevoli di trovarsi di fronte un avversario da non sottovalutare, ma neppure di cui avere paura. Eppure, dopo neanche quattro minuti, l'avversario Puccinelli entra in area a sfodera un gol da manuale. Fiato sospeso sugli spalti. Dopo altri dieci minuti, l'attacco laziale sfodera una prestazione davvero encomiabile, permettendo a Cecconi di tirare in porta e Grezar, tentando di respingere il pallone di testa, lo butta nella sua porta prima che Bacigalupo, spiazzato, possa intervenire per impedirglielo.
Non si ha neanche il tempo di riprendersi dai due gol che subito ne arriva un altro. Bacigalupo, intendendo lanciare la palla con le mani, commette un errore e la fa sbattere contro una gamba. Penzo ne approfitta e segna senza problemi. A questo punto è molto dura, per i granata, credere che la situazione possa capovolgersi. Dopotutto il punteggio è di 3 a 0 per la Lazio. Ma il Grande Torino non è una squadra cui vada bene adeguarsi alle circostanze, non è fatta per perdere né tantomeno per rassegnarsi. Ecco allora che prima Castigliano e poi Gabetto accorciano la distanza, e si va negli spogliatoi per la fine del primo tempo. Nel secondo, di nuovo Castigliano e poi Mazzola sanciscono la vittoria dei nostri. Sofferta quel tanto che basta da farci sbigottire, tremare e stupefarci, però sempre una vittoria da Campionissimi.
Poche squadre avrebbero potuto compiere una rimonta di questo tipo. Forse nessuna. Ma il Grande Torino non è una squadra qualunque. Solo ai Campionissimi poteva capitare di subire due reti a dir poco imbarazzanti, tollerare i fischi del pubblico e non farsi prendere dal panico né dallo sconforto. È proprio il caso di dire che in quell’occasione i granata hanno dato dimostrazione dello spirito che anima la squadra dal giorno in cui venne fondata: spirito rampante, fierezza indomita e perseveranza.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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