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Chi era Zampa di Velluto?

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Nel Segno del Toro / Quale famoso giocatore del Torino si faceva chiamare Zampa di Velluto? Da cosa origina un simile soprannome?
Stefano Budicin

Tra i vari giocatori che costellano il firmamento granata, sapete riconoscere colui che si guadagnò tale appellativo? La sua presenza, pur se limitata a neanche un lustro, contribuì tenacemente alla fabbricazione del mito degli Invincibili. Il giocatore in questione è Eusebio Castigliano. Nato a Vercelli il 9 febbraio 1921, Castigliano militò nel club della sua città natale fino al 1941. Gli anni successivi furono spesi a farsi le ossa in varie squadre professionistiche, dalla Spezia al Biellese al Vigevano. L'approdo definitivo al Torino avvenne il 14 ottobre 1945, in occasione del Derby della Mole Juventus-Torino, che si concluderà con un 2 a 1.

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La posizione scelta per Castigliano era il mediano. Il suo fisico era asciutto e longilineo, caratteristiche tali da renderlo immediatamente riconoscibile in campo. Per tacere del suo modo di correre e giostrare con il pallone. Quando avanzava, pareva che non stesse giocando e in realtà il pallone fosse tenuto da una forza invisibile posta a qualche metro davanti a lui. Instancabile, sfruttava questa qualità per aiutare i compagni in difficoltà retrocedendo in difesa se necessario. Ma quale stratagemma gli valse il soprannome Zampa di Velluto? Nessuno. Semplicemente, quando c'era da giocare in maniera delicata per passare inosservati, Castigliano si trasformava. Suoi erano certi appoggi nati da una grazia come di danza, frutto di una delicatezza esecutiva che da un giocatore dal tiro potente come lui non ci si aspettava tanto facilmente. Il suo modo di concedere ai compagni passaggi che portavano al gol veniva condotto con una precisione chirurgica e un tocco degno di una zampa, appunto, di velluto.

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Atleta di grandissima presenza fisica, era comunque capace di sfoggiare doti tecniche notevoli. Inoltre era preciso, i suoi tiri finivano sempre in rete, anche quando si proponeva di sparare da fuori area certi missili che gli avversari, preoccupati, non sapevano come contenere. Forte di queste qualità, Castigliano divenne noto anche per un giochino che era solito eseguire tanto con i compagni quanto con i tifosi che lo riconoscevano per strada: il cosiddetto gioco della moneta. Zampa di velluto afferrava in pratica una monetina, la lanciava in aria e la colpiva con un colpo di tacco pochi secondi prima che toccasse terra. Il colpo rilanciava la monetina in alto e la faceva atterrare all'interno del taschino della giacca che Eusebio lasciava lievemente aperto con una mano. Un gioco di prestigio calcolato per sorprendere e strappare un risolino di stupore in chi si fermava ad ammirarlo. La carriera di Zampa di Velluto dovette scontrarsi assieme a quella dei suoi compagni con l’orrida ferocia del principio di realtà, il 4 maggio 1949. Ad appena ventotto anni. Di lui rimane un gioco capace di fare scuola ancora oggi, dolce ed elusivo e insieme fervido e potente, come l’animo dei tifosi che non mancheranno mai di rendergli grazie abbastanza per aver preso parte alla sacra leggenda degli Invincibili.

Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.

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