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Il gioco del Toro: dal sistema tolemaico a quello copernicano
Nel 1543 lo scienziato polacco Niccolò Copernico pubblicò un libro dal titolo De revolutionibus orbium coelestium (Le rivoluzioni dei corpi celesti) che lo rese celebre in tutto il mondo per una teoria rivelatasi tutt'altro che infondata. Sto parlando ovviamente della teoria eliocentrica secondo cui la Terra orbita attorno al Sole e non viceversa, come allora si riteneva. Il Torino mostrò segno di voler seguire i precetti della rivoluzione copernicana elaborandone una da impiegare sul campo. In altre parole, i granata abbandonarono la vecchia strategia calcistica del "metodo", istituendo il gioco moderno, quello che ancora si pratica oggigiorno.Il sistema è un modulo di gioco che prevede la disposizione in campo dei giocatori nel seguente modo: 3-2-2-3. Il centromediano arretra sulla linea dei terzini, i quali si allargano sulle fasce laterali.
La rivoluzione fece seguito a una decisione dell’International Board, ente preposto ai regolamenti internazionali, di modificare la norma del fuorigioco, riducendo a due il numero di difensori che l’attaccante doveva avere tra sé e la porta avversaria. Prima della riforma i difensori erano tre. La novità ispirò uno studioso di calcio inglese di nome Herbert Chapman, che preparò un nuovo modulo di gioco detto Chapman System. In Italia il sistema non attecchì con la stessa facilità con cui lo fece sul suolo britannico. A parte il Geona, nessun’altra squadra vi aderì per tempo.
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Fino ad allora, infatti, si continuava a giocare secondo il metodo elaborato da Vittorio Pozzo e Carlo Carcano, il cosiddetto metodo, nel quale la formazione era così costituita: 2-3-2-3. Nato da una costola della Piramide, modulo inglese a forma di piramide rovesciata, prevedeva l'accentramento dei terzini e il centromediano quale fulcro nevralgico dell'azione. Ferruccio Novo, ispirato dalle suggestioni del tecnico Roberto Copernico, si convinse ad aderire alla sua proposta di cambiare le carte in tavola. Il metodo finora vigente aveva fatto il suo tempo, ed era ora che al geocentrismo tolemaico subentrasse l'eliocentrismo copernicano, in altre parole, al metodo sopraggiungesse il sistema. Novo si batté a lungo pertanto affinché il modulo di gioco mutasse pelle e si adattasse a ciò che le dinamiche calcistiche globali domandavano. E questo a scapito del senso di rispetto che non cessò mai di nutrire nei confronti del metodo pozziano. Non per altro il metodo di Pozzo permise all'Italia di vincere due campionati del mondo. Ma la storia umana insegna che l'obsolescenza è sempre dietro l'angolo e se non ci si evolve non si può sperare di durare a lungo.
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Pozzo, da sempre opposto al sistema, tentò con tutte le sue energie di impedire alla nazionale di adeguarvisi. Arrivò addirittura a incolpare della sconfitta subita dai britannici il 16 maggio 1948 uno scontro verbale tra Parola e Mazzola a proposito dei palloni di loro fabbricazione, mentre era chiaro che l'origine della disfatta fosse da imputare al vetusto schema di gioco. Il Grande Torino vinse nel 1943 il suo primo campionato sfruttando il nuovo modulo di gioco, e se ne fece portavoce d’eccezione per tutta la durata della sua storia leggendaria. Viene da rimarcare che i Campionissimi avrebbero vinto anche se fosse stato imposto loro di giocare con schemi tattici presi dal rugby o dal tennis da tavolo, tanto erano esemplarmente talentuosi. E quindi si potrebbe anche dire che la vera rivoluzione copernicana, più che dal sistema, fu rappresentata da quegli undici intramontabili campioni.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
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