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Josef Fabian e quel gol che non doveva segnare

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Nel segno del Toro / Torna la rubrica di Stefano Budicin: "Nato in Romania il 10 agosto 1923, era il primo giocatore straniero in rosa. In occasione della partita contro i campani, Fabian sostituiva Franco Ossola"
Stefano Budicin

Siete al corrente di un episodio davvero curioso nella storia dei Campionissimi? Uno dei tanti che costellano il panorama calcistico granata, ma che non fa mai male rievocare. Per farlo, però, bisogna riportare le lancette fino al 16 novembre 1947.

La Salernitana, durante quella stagione, era tra i nomi di punta del campionato. Fiera, febbrile, indomita e scatenata, si faceva notare per un gioco svelto e coraggioso. Non mancò chi la definì addirittura "Torino del Sud" tanto era capace di svettare e imporsi sugli avversari. Ma per quanto il club fosse considerato tra i più promettenti del periodo, giocare contro i campioni del Grande Torino era un'impresa davanti alla quale chiunque si sentiva scoraggiato.

L'accoglienza degli Invincibili fu trionfale: prime tre reti da parte di Gabetto, Loik e Menti, seguite dal gol della Salernitana a pochi minuti dall'intervallo. Nel secondo tempo vi furono altri due gol di Loik e uno di Grezar, prima che l'arbitro Giovanni Galeati fischiasse tre volte per annunciare la conclusione della partita.

L'aneddoto curioso è legato al fatto che il fischio finale avvenne cinque minuti prima del novantesimo minuto. Galeati, che tra l'altro aveva pure militato nella Salernitana tra il '21 e il '22, si accorse dell'errore commesso quando alcuni giocatori erano già sotto la doccia. Non per questo evitò di far riprendere la partita, così che si giocassero i restanti minuti. Certo, recuperare uno scarto di cinque gol in cinque minuti non era materia da considerare fattibile neanche per scherzo. Ad ogni modo, i giocatori scesero in campo e fecero finta di impegnarsi. Tutti tranne Josef Fabian. Nato in Romania il 10 agosto 1923, era il primo giocatore straniero in rosa. In occasione della partita contro i campani, Fabian sostituiva Franco Ossola. E cosa combinò? Si ritrovò il pallone tra i piedi e a pochi metri dalla porta. L'occasione era troppo ghiotta perché il buon senso trionfasse sulla brama di segnare. Così tirò e fece gol. Ma al posto di ottenere un'ovazione come si sarebbe aspettato, si guadagnò occhiatacce di rimprovero da parte dei tifosi, dei compagni e degli avversari all at once.

Vincenzo Margiotta, attaccante del cavalluccio marino, offrì una testimonianza preziosa riguardo a ciò che avvenne in quegli ultimi minuti di gioco:

“Mazzola ci disse di tornare in campo per onor di firma con un patto di non belligeranza. Accettammo tacitamente tutti, il risultato era ormai scontato. Chi era sotto la doccia, si rivestì e tornò in campo. Gli spalti erano ormai semideserti ma riprendemmo a giocare. Dopo due minuti, l’ala torinista Fabian trafisse il nostro portiere Masci dopo aver superato i miei compagni di reparto immobili. Segnò il 7-1. Non mancarono le nostre proteste, peraltro molto amichevoli, a capitan Mazzola. Il buon Valentino, con un sorriso disarmante, rispose ‘scusateci ma Fabian è straniero e non ha capito bene l’italiano. Vuol dire che quando verremo a Salerno, ci darete un gol in più’. Tutto si chiuse con una stretta di mano”.

La carriera granata di Fabian durò soltanto per quell’unica stagione, ma sarebbe un errore arenarsi a credere che ciò fosse dipeso da quel singolo momento di euforia che ancora ricordiamo con un sorriso.

Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.

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