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La Forbice di Edmondo Fabbri
Riuscite a ricordare in che cosa consisteva la famosa "forbice"? Di che si tratta? Come mai se ne parla ancora oggi? E chi è Edmondo Fabbri?
Nato a Castel Bolognese nel 1921, Fabbri era ultimo di cinque figli. Scoprì il calcio da ragazzo e raggiunse un rimarchevole risultato, andando a giocare in Serie A nell'Atalanta, nell'Inter e nella Sampdoria, negli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale. Era un'ala veloce e scattante, piccolo di statura ma dal temperamento rampante. Proprio la sua statura gli valse il soprannome "Topolino" e poi "Mondino".
E pensare che Mondino, il 19 luglio 1966, aveva patito una delle giornate più difficili della sua carriera da allenatore. Colpa del gol segnato dal nordcoreano Pak Doo Ik, che aveva escluso l’Italia dal Mondiale inglese a Middlesbrough. Solo quattro anni prima, Fabbri era stato visto come l’insigne rappresentante del calcio nostrano. Non per altro il presidente federale Pasquale lo aveva scelto per ricostruire la nazionale.
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Con i granata Fabbri esordì nel campionato 1967, e vi rimase fino al 1969. Durante quel periodo l'allenatore riuscì a far conquistare al Toro una Coppa Italia (1968). Quand’è che si cominciò a parlare di “forbice?”
Facciamo un passo indietro. Siamo nel 1974. Edmondo Fabbri viene richiamato a sedere sulla panchina granata. La squadra che deve gestire presenta tre protagonisti di eccezione: Sala, Pulici e Graziani. Quest'ultimo si vede assegnare la maglia numero sette, mentre Pulici tiene la undici e Sala veste la nove, trasformato quindi in centravanti arretrato di manovra. Secondo lo schema tattico di Fabbri, Sala si trova a fungere da perno di una forbice avente come lame Pulici e Graziani. Questa metafora non si rivela altrettanto efficace sul piano pratico, perché sacrifica il talento di Sala, e non è un caso che Gigi Radice, l’anno successivo, sceglierà di schierare il poeta del gol all’ala.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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