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Quanti di voi sono al corrente che il Torino ha lasciato un'impronta marcata anche nelle vittorie ai mondiali del nostro calcio? Vi è capitato di ricordare in quali occasioni i nostri si sono distinti per aver contribuito a conquistare i titoli?
A farla da padroni sono i condottieri. Non gli atleti. Degli atleti convocati, pochi sono i protagonisti. Le vittorie riportate nel 1934 a Roma e nel 1938 a Parigi sono tutte firmate da Vittorio Pozzo. Non c'è bisogno di ricordare che Vittorio fu il primo allenatore meritevole di chiamarsi tale nel club piemontese. La sua carriera con i nostri andò vicina alla conquista di un titolo.
Ma fu con la Nazionale che il suo talento gli valse la consacrazione definitiva. Basti pensare che, dopo gli azzurri, solo il Brasile di Pelè, Vavà, Didì e Garrincha fu capace di vincere due edizioni consecutive del Mondiale, conquistandole rispettivamente nel '58 in Svezia e nel '62 in Cile. In questo caso, però, i commissari tecnici erano differenti. Ragione per cui l'esempio di Vittorio Pozzo è tutt'ora unico e ineguagliabile.
Il terzo titolo mondiale venne conquistato da Enzo Bearzot, vittoria che fu accolta con un senso di sorpresa, dal momento che i granata, in occasione della prima parte delle qualificazioni in Spagna, avevano faticato tanto. Anche i Mondiali 2006 recano a loro modo la presenza del Toro, pur se in negativo. Sì, perché sulla panchina degli azzurri siede Marcello Lippi, un giocatore che, il 12 marzo 1972, allora con il ruolo di libero, sostituendosi al portiere della Sampdoria, respinse la palla malgrado questa fosse ben oltre la linea bianca di porta. Malgrado le immagini fotografiche e i video lo testimoniassero, Lippi non volle mai riconoscere la verità del gol non riconosciuto.
Ad ogni modo, il fatto che a contribuire ampiamente alla conquista dei mondiali negli anni passati siano stati allenatori del Torino non può che rinforzare ancora di più la consapevolezza che la nostra sia una squadra davvero unica.
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