- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
columnist
Leo Junior al Museo del Toro (foto Chirico)
A chi ci riferiamo con il termine Júnior? Quale dei giocatori che indossarono la maglia granata viene ricordato con quel simpatico appellativo? Per rispondere alla domanda dobbiamo fare un salto indietro di quasi quarant'anni.
Siamo nel 1984. Sergio Rossi, presidente del Torino, decide di acquistare dal Flamengo un giocatore proveniente dal Brasile, tale Leovelgido Lins da Gama. Un cognome che rievoca il fascino maliardo di campagne di esplorazione tardo quattrocentesche. Dai mari al campo il passo è breve.
LEGGI ANCHE: Granata famosi con il numero 8
Nel Flamengo il giocatore si guadagna il soprannome di capacete, che in brasiliano significa "casco", per via della folta capigliatura african-inspired che porta in quel periodo. Nei dieci anni che trascorre con il club brasiliano, da Gama porta a casa quattro campionati di Rio, una Coppa Libertadores e una Intercontinentale.
L'acquisto da parte del Torino avviene il 12 giugno del 1984, per due milioni di dollari. Il brasiliano, prima di accettare, chiede e ottiene di poter giocare in qualità di centrocampista e non da terzino. La motivazione? Ritiene che il ruolo gli si confaccia maggiormente. Inoltre la posizione, a detta sua, è molto meno logorante, fattore imprescindibile da tenere in considerazione per una carriera che si prospetti duratura.
L'arrivo di Júnior non viene accolto con l'entusiasmo dovuto. Il giocatore è già avanti negli anni, e c'è chi teme che possa deludere. Ma il brasiliano trova subito modo di zittire quanti si dicono perplessi. Il suo gioco è brillante, fecondo, intelligente. Puoi schierare da Gama in qualsiasi lato del campo e lui troverà sempre il modo di sorprenderti, sempre nel rispetto rigoroso della strategia a monte.
LEGGI ANCHE: I capitani del Torino
Al pallone fa fare tutto ciò che desidera. I suoi tiri sono potenti, specialmente nei calci di rigore, ed è in grado di ingannare facilmente i portieri. Nel Toro le sue stagioni sono solo tre. Poi viene ceduto al Pescara, all'epoca promosso in serie A. Sergio Vatta, di cui con tanto orgoglio ricordiamo La Magia del Filadelfia, scrive di lui:
Un giorno mi si avvicinò Júnior che mi disse: "Ciao professore, io vado via; ho capito che non mi vogliono più, qui al Toro. Salutami tutti i tuoi ragazzi, sono stato bene, con voi ho trascorso dei bei momenti". Poi mi abbracciò con gli occhi lucidi.”
All’indomani dell centenario del club, il 3 dicembre 2006, da Gama avrà modo di salire sul podio a metà campo, per prendere parte all’omaggio della squadra, commosso e grato di essere stato uno dei suoi interpreti più degni. E ancora oggi noi lo ricordiamo così, come un’eccellenza, nonché forse il più grande giocatore straniero ad aver mai indossato la maglia granata.
LEGGI ANCHE: Il Toro e il concetto di pressing
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA