Eravate a conoscenza del fatto che Virgilio Maroso avrebbe avuto davanti a sé una carriera come meccanico? Era appena un ragazzino quando, spinto dalla necessità, incominciò a farlo per davvero, frequentando al tempo stesso le scuole serali. In famiglia del resto c'era bisogno del suo apporto. Il padre, alla sua nascita, aveva sentenziato che Maroso avrebbe fatto il meccanico alla FIAT come faceva lui. Virgilio, insomma, pareva destinato a un futuro volto a ricalcare le orme paterne.
Nel segno del Toro
Un meccanico di nome Maroso
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La chiamata, a diciassette anni, da parte di Ferruccio Novo, arrivò inaspettata come un nubifragio nel deserto. La sentenza: "Da domani, Virgilio, non andrai più a lavorare. A fine mese passerai in segreteria per ritirare una busta gialla. E adesso, ecco la penna, firma qua sotto". Così Maroso firmò il suo primo contratto per entrare a far parte del Grande Torino. All'epoca costò qualcosa come 250 euro di oggi.
A scoprire Maroso fu l'ex granata Mario Sperone, mentre quest'ultimo giocava in un campetto di periferia. La scoperta non avrebbe potuto essere più preziosa! In breve tempo Maroso si guadagnò la fama di miglior terzino sinistro d'Europa. La sua giocata era forte ed elegante e il suo stile sinuoso e raffinato. Celebre fu il “gol dello zoppo” che segnò dopo essersi infortunato alla coscia.
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Giocatore corretto e gentile, Maroso era una persona molto umile e stacanovista. Essendo il più giovane della squadra, veniva affettuosamente chiamato il "Cit" (il piccolo). I quattro campionati che vinse assieme ai Campionissimi lo consacrarono nella storia granata come uno dei protagonisti più importanti.
Il giornalista Bruno Slawitz scrisse di lui: "A un ammiratore che un giorno gli chiese un autografo e che gli aveva detto: "Sa, Maroso, io faccio collezione di firme di celebri calciatori", egli rispose: "Mi dispiace, non te lo posso dunque fare. Io non sono un celebre calciatore". Umile dentro e fuori dal campo, Maroso amava trascorrere il tempo libero con la sua motocicletta e con i suoi cani.
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Un aneddoto di natura superstiziosa: lo sapevate che Maroso, prima di ogni partita, era solito vestirsi sempre allo stesso modo? Giacca Principe di Galles e pantaloni di vigogna scuri. Inoltre, sempre prima della partita, aveva l'abitudine di recarsi al campo passando per Piazza San Carlo, dove poteva pestare i testicoli del toro di fronte al Caffè Torino.
Purtroppo il fato si portò via troppo presto Maroso e i suoi compagni. La breve carriera che intraprese in terra granata fu comunque una delle migliori che la storia del calcio giocato ricordi.
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