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Nicola Roggero: ”Amo il Toro perchè…”

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Tifa apertamente per i granata da quando era bambino una delle voci più amate dagli appassionati di Premier League inglese.Nicola Roggero però non è solo un telecronista apprezzato per il suo humour condito da una conoscenza...
Renato Tubere

Tifa apertamente per i granata da quando era bambino una delle voci più amate dagli appassionati di Premier League inglese.Nicola Roggero però non è solo un telecronista apprezzato per il suo humour condito da una conoscenza sterminata per il calcio sia italiano che estero. Ha scritto due libri dedicati uno al Monferrato da cui proviene (“Anarchico testabalorda. Una storia di vino e sportivi controcorrente") e l'altro alla celebrazione dei grandi sconfitti nello sport ("L'importante è perdere. Storie di chi ha vinto senza arrivare primo"). Alle recenti Olimpiadi di Londra è tornato ad occuparsi di due suoi grandi amori: l'atletica leggera e il canottaggio. Qui parliamo con lui del suo amato Toro:

 

Come, quando e perchè sei diventato tifoso del Toro?

Facile, perchè non mi piace stare dalla parte dei più forti. Non inganni in questo senso il mio supporto al Man U: cominciai a tifare per i Red Devils vedendo gli highlights del campionato inglese sulla Svizzera nell'anno in cui retrocessero in seconda divisione, era il 1974 e il colpo di grazia lo diede Dennis Law, passato al City, con un favoloso colpo di tacco in un derby. Allora non sapevo che avrei ricevuto tanti dividendi molti anni dopo. Chissà se e quando li riceverò anche dal mio Toro?

Che ricordi hai della prima volta che sei andato a vedere una partita dei granata?

Uno su tutti: la passione della gente, che mi sembrava più pura e ingenua di quella di oggi.

 

C'è un giocatore o un allenatore a cui sei particolarmente affezionato e perchè?

Come allenatore Giagnoni, con il suo colbacco e con un Toro che poteva già vincere il titolo nel '72. Come giocatore Zaccarelli, uomo di classe in campo e nella vita. Mi onoro di essere suo amico.

 

Veniamo all'attualità: hai commentato di recente qualche match qui all'Olimpico, cosa ti è rimasto impresso, di positivo e di negativo, della squadra?

Veramente ho commentato una sola partita, Toro-Udinese. Un pregio? La compattezza della squadra sul piano agonistico. Un difetto? La mancanza di un playmaker a centrocampo.

 

Segui molto da vicino la Premier League: lassù in Inghilterra c'è qualche club che ti ricorda in qualche modo il Toro e perchè?

Nessun dubbio, il West Ham! Tifoso passionali, eccellente vivaio, giocatori che rimangono legati agli Hammers come a un marchio di fabbrica. Non avessero ceduto i prodotti del loro viviaio oggi giocherebbero con Lampard, Carrick, Johnson, Defoe, Joe Cole (appena tornato) e Noble: quest'ultimo, che è rimasto, secondo me incarna il vero spirito dei Martelli londinesi.

 

Se tu fossi al posto del presidente Cairo, confermeresti o no il capitano Rolando Bianchi?

Non solo lo confermerei, ma ne farei il giocatore bandiera. Rolando ha dimostrato, oltre alle qualità di realizzatore, doti umane e morali da non sottovalutare. Giocatori così sono la ricchezza di un club.

 

Ultima domanda: per te il Toro, come è già successo per l'altro club della città, farebbe bene a battersi per la proprietà del suo stadio?

Certamente! Tra l'altro credo che lo stadio Olimpico sia solo una fonte di debito per il comune che non vedrebbe l'ora di disfarsene anche a una cifra molto più bassa del valore di mercato. Il club diventerebbe molto più ricco, in tutti i sensi.

  Renato Tubere            

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