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Non si poteva onorare il Grande Torino vincendo allo Stadium?

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata Della Porta Accanto / Occorrerebbe avere coraggio, presentarsi a Venaria, vendere cara la pelle e dimostrare che un Grande Torino forse non tornerà mai più, ma il suo spirito è sempre vivo

4 maggio 1949: una data infausta per chi tifava Toro e per tutti quegli italiani che nel Dopoguerra guardavano con vanto ed orgoglio alle gesta di Valentino Mazzola e compagni, simbolo nello sport della rinascita del Paese ad ogni livello. 4 maggio 2019: settant'anni dopo, il ricordo del Grande Torino è vivo più che mai e la sua celebrazione portata avanti con forza e immutata riconoscenza da tutto il mondo granata. Il 4 maggio è il giorno del raccoglimento, del rispetto e della memoria di una tragedia che ha segnato la storia italiana, ma ancor di più la storia di questo club e dei suoi tifosi.

Generazioni di capitani del Torino si sono trovati di fronte alla lapide commemorativa sul retro della Basilica a Superga ed hanno letto ad alta voce i nomi di tutti quegli uomini periti in quel fatale quanto terribile incidente. Un rito che va avanti da settant'anni e andrà avanti fino a che esisterà il Torino inteso come entità calcistica. Ciclicamente, però, capita che il 4 maggio sia un sabato o una domenica e che la squadra si trovi in ballo tra gli impegni ufficiali di campo e la salita al colle per la messa commemorativa. È capitato anche quest'anno quando la Lega ha fissato il derby di ritorno proprio come anticipo delle 15 di sabato 4 maggio. Il mondo Granata, dal presidente Cairo alla Maratona, fino addirittura ad un club di parlamentari, ha chiesto con fermezza, ed un certo sdegno, lo spostamento della partita per evitare il sovrapporsi con la tradizionale cerimonia commemorativa. Capisco perfettamente i motivi di tale richiesta e in linea di principio li condivido, però mi sono allo stesso tempo chiesto: non sarebbe una forma molto significativa di rispetto verso gli Invincibili giocare (e possibilmente vincere) il derby proprio nel giorno più importante del calendario granata?

I ragazzi del Grande Torino che persero la vita a Superga non erano in fondo calciatori (e che calciatori!) che amavano il gioco del calcio e che avrebbero apprezzato il venir ricordati (anche) su di un rettangolo verde in una sfida, tra l'altro, dal sapore e dal significato molto particolare già ai loro tempi? Siamo sicuri che questo diniego a giocare sia la maniera migliore per ricordare degnamente chi ha fatto la storia del club e del calcio italiano in generale? Personalmente trovo che si sia persa un'occasione forse irripetibile di celebrare in maniera così sostanziale il mito del Grande Torino. Qualunque calciatore abbia vissuto la celebrazione di Superga racconta di quanto sia speciale quel momento: se già in condizioni normali trasmette carica e adrenalina, quanto ne trarrebbero giovamento gli uomini di Mazzarri se per di più capitasse poche ore prima della partita più sentita della stagione da parte della tifoseria granata? Certo c'è il rischio figuraccia in caso di sconfitta, ma uscire dal campo al di là del risultato con la maglia zuppa di sudore e la consapevolezza di aver dato tutto non sarebbe aver onorato al meglio lo spirito tremendista del Grande Torino? Vincere un derby il 4 maggio sarebbe uno di quei racconti epici che andrebbe a rimpolpare l'immaginario collettivo della tifoseria granata.

Occorrerebbe, però, avere coraggio a tutti i livelli, dal Presidente al terzo portiere, per presentarsi con una feroce determinazione in quello stadio, vendere cara la pelle e dimostrare che un Grande Torino forse non tornerà mai più, ma che il suo spirito audace e vincente non è mai andato perduto ma è diventato parte fondamentale dello spirito di questo club. Ci vorrebbe coraggio perché invece di preparare l'avvicinamento alla partita con le cuffiette nelle orecchie come fa la maggior parte dei calciatori, significherebbe farlo concentrandosi sul ricordo di quegli uomini straordinari, chiamati da tutti non a caso gli Invincibili. Ci vorrebbe coraggio perché occorrerebbe entrare a testa alta in casa di chi ambisce a battere i record del Grande Torino con la facilità con cui un Vettel oggi batterebbe Tazio Nuvolari usando la sua attuale macchina contro quella usata all'epoca dal campione pioniere. Ci vorrebbe coraggio e cuore sapendo che un derby il 4 maggio è ciò che ogni tifoso vorrebbe giocare in prima persona e che chi scendesse in campo sarebbe sostenuto fino allo stremo e pure un po’ invidiato. Alla fine così non sarà perché si sono mosse anche le autorità del calcio per spostare la partita ed il 4 maggio sarà interamente dedicato alla memoria, silenziosa e raccolta come da tradizione. Ma una vittoria allo Stadium non sarebbe stata affatto una brutta alternativa…

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.