Nella serata di ieri il Toro ha vinto con un risultato netto l’andata del secondo turno preliminare di Europa League contro il Debrecen. Come scrivevo una settimana fa, il match nascondeva tante insidie. In primis il fatto di dover preparare il primo impegno ufficiale della stagione con sole tre settimane di preparazione, contro un avversario che aveva iniziato da circa un mese e mezzo prima. L’aspetto tattico e quello tecnico di una squadra incidono quando la forma fisica è ok, ma quando quest’ultima è deficitaria la tattica e la tecnica diventerebbero nulle a causa della poca lucidità in campo. Ecco perché sottolineavo come il mister fosse preoccupato del match di Alessandria nelle dichiarazioni dell’ultimo giorno di ritiro a Bormio, preoccupazioni poi confermate nella conferenza stampa pre-partita ed anche ieri sera a risultato acquisito. Infatti nel pregara Mazzarri aveva detto in sostanza come fosse importante l’aspetto mentale, nel comprendere le fasi del match, quando accelerare e quando rallentare senza mai perdere la testa. Ha premuto molto sulla concentrazione perché logicamente solo questo può colmare il gap fisico che può esserci tra due formazioni. Invece nel post gara il tecnico livornese ha elogiato i ragazzi dicendo che hanno fatto apparire facile quel che facile non era. Insomma, la partita di esordio era la più difficile ed il Toro ha passato l’esame a pieni voti.
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Toro, chi ben comincia è a metà dell’opera
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A mio modo di vedere ieri è andato in scena il capolavoro di Mazzarri. Personalmente devo ricredermi sul mister. Certo, non pratica il tiki-taka e alcune partite dell’anno scorso sono state veramente brutte, ma il mister riesce a far giocare il Toro in modo efficace. Di questo gli deve essere dato atto. Inoltre il passaggio al 3-4-3 e l’aver riportato Baselli nel suo ruolo originario di regista davanti alla difesa come ai tempi dell’Atalanta, ha giovato alla manovra del Toro. Particolarmente bella e fulminea è stata l’azione tutta in verticale che ha portato al rigore che ha sbloccato la gara: Izzo dalla linea difensiva serve nella metà campo granata Baselli, che in verticale ancora serve Berenguer che in profondità lancia Belotti che viene steso. Con tre passaggi il Toro ha sbloccato la gara. Certo non dobbiamo illuderci che tutte le squadre lasceranno Baselli libero di agire come ieri, tuttavia forse il Toro ha trovato finalmente il regista che manca da troppo tempo. Altro aspetto tattico è che il 3-4-3 di mister Mazzarri è abbastanza camaleontico e che si trasforma in un 3-4-2-1 o 3-4-1-2 in corso d’opera. Infatti sempre nell’azione del rigore è stato Berenguer a farsi trovare tra le linee e a lanciare Belotti, mentre in altre occasioni era Falque a ricoprire quella zona di campo. Questo ovviamente per non dare punti di riferimento alle squadre avversarie.
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Ora però occorre intervenire sul mercato. Continuo a non ritenere l’attendismo sul mercato una strategia da portare avanti e fortunatamente non ha creato danni nell’andata del preliminare. Una settimana fa avevo sottolineato con un esempio estremo la differenza del Toro rispetto agli antagonisti di Torino nel porre in essere le strategie di mercato in base ai propri obiettivi stagionali. Era ovviamente una provocazione che da alcune parti è stata mal recepita e strumentalizzata. Oggi riprendo le dichiarazioni su Zaza ad inizio stagione scorsa del mister che spiegava le sue esclusioni con la necessità di inserirsi negli automatismi e che quindi avrebbe avuto bisogno di tempo. Ed infatti ieri sera si è vista la differenza. Nello scampolo di gara il bomber lucano è andato alla conclusione tre volte e alla terza ha fatto gol. Zaza sembra finalmente non essere più un corpo estraneo. Peccato per quel giallo dopo pochi minuti… deve correggere la sua irruenza, mantenendo però la stessa determinazione. Dunque, tornando a bomba, acquistare a fine mercato per pagare meno, significa avere giocatori inseriti tardivamente negli automatismi di squadra. E questo è fisiologico. Se qualche giocatore fosse già arrivato, non è detto che Mazzarri l’avrebbe mandato in campo ieri sera, ma almeno il nuovo arrivato avrebbe potuto cominciare quanto meno a familiarizzare con l’ambiente e ad integrarsi. Inoltre il massimo dirigente granata continuare a vantarsi delle mancate cessioni e questo inizia ad essere stancante. Voglio dire che tutto va ponderato secondo gli obiettivi stagionali. Quali sono gli obiettivi del Toro? Questi non vengono dichiarati, ma credo che come minimo ci sia quello di migliorarsi rispetto alla stagione scorsa e magari superare almeno gli ottavi di finale in Europa League rispetto a cinque anni fa. Perché se l’obiettivo stagionale fosse la salvezza, capirei il vantarsi del presidente per non aver ceduto nessun big, ma se gli obiettivi sono appunto quelli di migliorarsi, non cedere i propri gioielli credo sia il minimo sindacale. Per cui tutti i suoi "no" e i rinnovi di Izzo e Lyanco sono certamente due notizie positive, ma sono anche la logica conseguenza di chi mira a migliorarsi. Inoltre come al solito i soldi tra introiti dei diritti tv e sponsor ci sono, dunque per intervenire sul mercato non è obbligatorio vendere qualcuno, ma basta semplicemente la volontà di investire.
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Dunque Bava deve attivarsi e Cairo deve convincersi che investire ora per il Toro porterebbe benefici alla rosa. Kamano, giocatore classe ’96 guineano del Bordeaux, potrebbe essere un’arma per far abbassare le pretese per Verdi o un’effettiva alternativa. E’ più giovane e la valutazione è inferiore, circa 15 milioni. Economizzare facendo questi ragionamenti lo accetterei per il bene del Toro, ma economizzare attendendo i saldi di fine agosto, no, perché alla fine risulterebbe dannoso... come appunto ci ricorda l'acquisto della passata stagione di Zaza, che l'anno scorso, specie nella prima metà della stagione, non si è praticamente mai visto.
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