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columnist
Finalmente Le due notizie che si attendevano da tempo: l’esclusione
del Milan dall’Europa League e la nomina di Massimo Bava come nuovo
direttore sportivo del Torino. Manca solo la ciliegina
dell’ufficialità dell’effettivo ripescaggio al secondo turno dei
preliminari, così potremo festeggiare la meritata qualificazione in
Europa League. Ormai tutti gli indizi portano a questa direzione e
l’anticipo della preparazione estiva da parte dei granata e
l’annullamento del ritiro di Pinzolo da parte della Roma
contribuiscono a far comprendere che il ripescaggio al secondo turno
resti una mera formalità. Certo, la UEFA potrebbe stupirci ancora, per
cui è doveroso restare con i piedi per terra fino al ripescaggio
ufficiale. Inoltre lasciamo stare la dietrologia di certi individui sul
fatto che il Toro vada in Europa League per la seconda volta grazie a
disgrazie altrui. La verità è che il Toro quest’anno ha ottenuto 63
punti, una quota che negli ultimi anni è valsa sempre l’Europa, a
volte anche la Champions e se UEFA e del TAS fossero stati più solerti,
probabilmente il Milan non avrebbe potuto operare sul mercato a gennaio.
E’ vero che per la società rossonera si tratta di indebitamenti
dovuti alle vecchie gestioni, ma è altrettanto vero che quando una
nuova proprietà si insedia in una nuova società, ne acquisisce crediti
e debiti. L’attuale proprietà del Milan ne era perfettamente a
conoscenza ecco perché hanno scelto la strada dell’esclusione,
perché anche se non sembra, è la soluzione più indolore per il Milan
stesso. Dunque Toro sulla carta in Europa e, lasciando perdere il resto
delle chiacchiere, non resta che attendere solo l’atto dell’UEFA che
ratifichi tutto.
Ora però è chiaro che non si può più attendere l’operatività sul
mercato. Ecco dunque che nel giorno della sentenza del TAS, arriva
l’annuncio ufficiale della promozione di Bava a direttore sportivo.
E’ probabile che Cairo abbia scelto mediaticamente di annunciare il
nuovo ds, dato per scontato da diverso tempo, il giorno
dell’esclusione del Milan proprio per voler dare simbolicamente il via
alla stagione del Toro nel migliore dei modi. Il curriculum di Bava è
apprezzabile per la tanta gavetta svolta. Torinese, classe ‘63, Bava
inizia a fare il dirigente a 36 anni in Serie D con il Volpiano, per poi
salire gradualmente con il Canavese in C2 e il Cuneo in C1. Dal 2012 è
stato nominato da Cairo come responsabile del settore giovanile del Toro
dove ha ottenuto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: 6 finali
su 7, uno scudetto, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane, oltre ad
aver fatto crescere numerosi giovani. Insomma Bava è un uomo che
conosce il calcio, lo ha vissuto dai dilettanti ai professionisti
passando per il settore giovanile di una società professionistica. Ora
il grande salto per un dirigente che ha mostrato di avere molte
capacità. Doti che avevano attirato l’attenzione anche dell’altra
squadra di Torino, ma fortunatamente il dirigente ha deciso di restare
in granata.
In questi giorni si fanno tanti nomi, ma tra questi due in particolare
potrebbero davvero fare al caso del Toro. Non più giovanissimi (classe
’91 entrambi), in granata potrebbero consacrarsi. Stiamo parlando di
Verdi e Pereyra. Per il primo spiace pensare che questo talento ce
l’avevamo in casa, ma quando lasciò il Toro era ancora troppo acerbo.
Poi si perse in Spagna prima di rilanciarsi con il Carpi e soprattutto
con il Bologna. In Italia ci sono pochi giocatori che sanno calciare con
la stessa efficacia di destro e di sinistro. Tra questi, oltre a CR7 e
pochi altri, troviamo proprio Verdi. Ma forse mai nessuno come lui
nell’arco di una stessa partita era riuscito a segnare due gol su
punizione, calciandone una di destro e una di sinistro (Bologna-Crotone
2-3, stagione 2017/2018). Al Toro manca un giocatore dal piede così
educato, se poi i piedi sono educati entrambi tanto meglio. Anche
perché da quando Ljajic ha lasciato il Toro, nessuno è stato capace di
battere pericolosamente i calci di punizione. Il prezzo però è
elevato. Il Napoli l’ha preso dal Bologna per 25 milioni e non
vorrebbe dilapidare l’investimento. Va però detto che l’anno sotto
al Vesuvio: 22 presenze, 3 gol e 3 assist. Non è stato un anno semplice
per l’ex Bologna e se De Laurentis decidesse di privarsene, dovrebbe
abbassare un pochino le pretese, mentre Cairo dal canto suo dovrebbe
fare un grosso investimento. Va detto che le trattative tra queste due
società non sono mai state semplici, per cui staremo a vedere
l’evolversi di una trattativa che potrebbe portare un gran bel
giocatore in ottica Europa League.
L’altro nome e vero pallino di Walter Mazzarri mai nascosto è Roberto
Pereyra. L’ex Udinese milita nel Watfard, squadra che ha chiuso la
stagione solo al 14° posto. Con 15 milioni Cairo potrebbe
assicurarselo, ma sicuramente cercherà di limare sul prezzo. Pereyra
può giocare sia come mezz’ala sinistra di inserimento che come
trequartista. Il suo score in Premier è di 6 reti e 2 assist in 33
gare. Davvero niente male.
Dunque da oggi i sogni granata sono possibili e negli occhi di tutti i
tifosi, al presidente Cairo la scelta di cercare di realizzarli.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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