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Rosario Rampanti Serino
Il Torino termina il campionato con una sconfitta netta in casa dell’Atalanta, ma spera ancora nella qualificazione in Conference League. Intanto, Juric conclude la sua avventura in granata tra la contestazione dei tifosi. Di questo ed altro abbiamo parlato con Serino Rampanti nella nuova puntata di “Parola al Mister”.
Serino, ti aspettavi un Toro così nell’ultima sfida contro l’Atalanta? “Pensando alla partita del girone di andata, ma anche alle altre, in cui il Torino se l’era sempre giocata con l’Atalanta, no. Ma la prestazione è stata negativa da parte dei granata. Probabilmente non si aspettavano di trovare un’Atalanta così tosta, ma questa idea è stata smentita dai fatti. Gli uomini di Gasperini si sono comportati da grandi professionisti, rispettando l’etica e i dettami della società, che si sta dimostrando un grande club in tutti i sensi. La gara era importantissima per il Torino e meno importante per l’Atalanta, ma il rendimento è stato opposto; questo ha determinato il comportamento sul finale della gara dei tifosi granata che si sono sentiti presi in giro”.
Per la prima volta i tifosi hanno contestato apertamente anche Juric. “Juric aveva parlato di gara della vita, ma quando poi c’è stata la certezza che non è stata affrontata bene, allora nasce la delusione. Ecco che dunque, subentra disaffezione nei confronti di squadra e allenatore. Ho sempre avuto la sensazione, dall’inizio del secondo anno in poi, che piano piano la simpatia di cui Juric godeva è andata scemando, anche perché i tifosi non hanno dimenticato alcuni episodi, anche se poi hanno fatto finta di sorvolare. Quei gestacci, però, sono rimasti secondo me impressi nella testa di tifosi e società. Juric aveva cominciato alla grande, anche per l’atteggiamento che aveva la squadra, di grande aggressività. Poi, a causa di alcuni episodi, non è più stato così”.
Tanti allenatori sono stati contestati in passato, Juric da questo punto di vista non fa eccezione… “Proprio così. Mi ritengo una memoria storica del Torino, considerando che sono arrivato per la prima volta in granata quando avevo nove anni e ora ne ho 75. Dico dunque che a mio avviso gli unici tre allenatori ad avere ricevuto sempre e solo amore dai tifosi sono stati Giagnoni, Radice e Mondonico. E ne ho visti passare tanti, anche molto bravi”.
Come giudichi, globalmente, questa stagione? “Si può dire che sia stata globalmente positiva, non che sia stata eccezionale, altrimenti è normale che i tifosi disapprovino. Questo è il mio giudizio da libero pensatore, da persona non legata ad alcuna delle parti in causa. Un rammarico? Si poteva osare prima con i giovani, è stato fatto in situazioni di disperazione sportiva e basta. Quello di lanciare i giovani dovrebbe essere un approccio chiaro e preciso del Torino, nei piani di questa società dovrebbe essere insita una programmazione dedicata all’inserimento di uno o due giovani in Serie A ogni anno. Io spero che in futuro ciò possa accadere, poi spero che chi deve capire, capisca. La tradizione del Torino va rispettata, non è vero che non ci sono ragazzi bravi. Basta seguirli, considerarli e istruirli bene, ma del resto penso che Juric lo sappia”.
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