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Il Torino fallisce l’esame della maturità a Bologna: dopo la bella vittoria sul Milan, manca la conferma. Per fortuna si gioca dopo tre giorni, alle porte c’è il match contro la Sampdoria. Di questo parliamo insieme a Serino Rampanti nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister”.
Serino, non è la prima volta che vediamo il Torino fallire una prova del nove…
“Quando ci sono le occasioni per fare il salto di qualità il Torino non le coglie mai. A mancare sono tante cose: anzitutto lo spessore dei giocatori, perché se un giocatore dopo una bella prestazione non riesce a dare continuità vuol dire che manca maturità. La maturità si raggiunge con l’approccio sul lavoro e con la determinazione giorno per giorno; occorre rimanere sempre concentrati, sempre vogliosi di raggiungere obiettivi nuovi. Se questo manca…”
E ci sono anche lacune nella rosa dal punto di vista tecnico?
“Il centravanti del Bologna mi ha impressionato. Immagina cosa sarebbe il Torino se avesse un Arnautovic. Ha tutte le qualità che deve avere un centravanti. Anzitutto segna tanto, poi protegge la palla, e ha visione di gioco. Il Bologna ha un giocatore determinante che da solo dà una dimensione diversa ad una squadra che in altre zone del campo è piuttosto mediocre. I cambi, certo, sono stati importanti, e Motta ha saputo incidere, ma quell’Arnautovic è un leader e un trascinatore. E allora mi viene da pensare a cosa potrebbe essere il Torino con uno così”.
Ha ragione il Torino a far notare che su Ricci c’era il fallo di Orsolini?
“Sì, ma i giocatori devono abituarsi a rimanere in piedi e a non lamentarsi troppo, perché gli arbitri altrimenti sono portati a pensare che fanno sceneggiate. Anche se si subisce fallo bisogna provare a stare in piedi. I tempi sono cambiati… Una volta si faceva di tutto per non finire a terra, al fine di evitare di lasciare strada libera all’avversario se l’arbitro non avesse fischiato fallo. Anche in Torino-Milan sul contatto Buongiorno-Messias il fallo c’era, ma poi Buongiorno è andato giù e l’arbitro ha pensato che avesse accentuato”.
Cosa hai pensato quando hai visto Pellegri fermarsi dopo tre secondi?
“Ho pensato che questo ragazzo ha una soglia del dolore molto bassa. Bisogna sapere che tutti i giocatori quando vanno in campo hanno sempre dei problemi fisici, qualche dolorino qui e lì. Nessuno è mai al 100%, ma si va in campo e si lotta anche col dolore. Un giocatore di calcio si deve preoccupare quando non ha problemi… Scendere in campo con qualche dolorino è la normalità, ci si fa aiutare dallo staff medico e si regge mentalmente. Evidentemente questo ragazzo può migliorare da questo punto di vista”.
Cosa ti aspetti, ora, dalla partita contro la Sampdoria?
“Spero che non si ripeta ciò che è spesso successo negli ultimi anni, col Torino che è riuscito a far rivivere squadre moribonde. Spero che il passato sia servito di lezione. Sarò allo stadio e vedremo cosa accadrà”.
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