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PAROLA AL MISTER

Rampanti: “Con un Bellanova a sinistra, il Torino sarebbe andato in Europa”

Rosario Rampanti Serino
Con Serino Rampanti nella nuova puntata di “Parola al Mister” continuiamo ad analizzare la stagione dei calciatori del Torino, tirando le somme sul rendimento di ognuno di loro
Gianluca Sartori Direttore 

Con Serino Rampanti nella nuova puntata di “Parola al Mister” continuiamo ad analizzare la stagione dei calciatori del Torino, tirando le somme sul rendimento di ognuno di loro. Dopo la prima parte con portieri e alcuni difensori, riprendiamo in questo martedì con gli ultimi difensori e i laterali di centrocampo.

Serino, è il turno di analizzare la stagione di Schuurs, gravemente condizionata da un infortunio.

Schuurs era arrivato con tante buone premesse che lui ha confermato. Si è imposto davvero alla grande. Addirittura lui, nella considerazione generale, era davanti a Buongiorno e, se non si fosse fatto male, magari Buongiorno non avrebbe avuto tutto questo spazio, anche perché Juric avrebbe dovuto gestire la situazione difensiva con più uomini a disposizione. Magari, con Schuurs disponibile, Buongiorno avrebbe faticato di più a imporsi. Però credo che sarebbe uscito fuori alla distanza lo stesso. Nelle partite dove è stato impiegato, Schuurs ha confermato il suo valore. L’infortunio proprio non ci voleva, ha ritardato una crescita che sarebbe stata naturale. Aveva preso le giuste misure al campionato italiano fin da subito. Gli darei un voto molto positivo, ora l’importante è che lui guarisca e ritorni quello che era. Non è semplice riuscire, dopo che sono passati sette-otto mesi, tornare subito in forma, quindi gli va dato tempo”.

Rodriguez, il capitano, ha giocato l’ultima stagione al Torino, che giudizio dai?

Un giocatore affidabilissimo che non ha quasi mai punte di rendimento altissime ma ha continuità costante. E’ un giocatore che in pagella prende sempre il 6. Non ti devi aspettare grandi cose, ma è una sicurezza, non a caso è una colonna della Nazionale svizzera. Dimostra di essere un esempio per i compagni più giovani. Penso che possa ancora fare ancora ottime cose, ha 32 anni quindi lo vedo in Serie A, o comunque ai massimi livelli, per qualche altro anno”.

Sazonov, il difensore georgiano, non è riuscito a imporsi. Punteresti ancora su di lui?

Si è inserito bene, qualche partita l’ha fatta bene ma in altre occasioni ha avuto delle défaillance. Però ha 22 anni quindi lo aspetterei. Ha struttura fisica notevole e giusta per chi deve giocare difensore centrale. Il campionato italiano per un difensore straniero è difficile. Ha sicuramente sbagliato qualche intervento ma gli darei tempo, anche perché giocatori con quella struttura hanno bisogno di giocare molto per entrare in forma. Ma Juric non poteva assicurarglielo. Credo comunque che possa far bene in futuro”.

Lazaro ha rappresentato una delusione, secondo te?

Su di lui ho sempre sottolineato che a destra può far bene, a sinistra lascia a desiderare. Ma ha giocato più sulla corsia mancina che a destra. In ogni caso è l’esterno che mi ha deluso maggiormente. Anche l’anno prima non mi aveva convinto al cento per cento, ma è stato riconfermato. Avrebbe potuto e dovuto fare tesoro della seconda possibilità. Credo sia mancato un po’ nell’appoggio alle azioni, negli inserimenti in avanti e nei cross. Ho sempre visto questo giocatore fare delle cose poco incisive, poche volte è riuscito a liberarsi e puntare l’avversario. Ha deluso in pieno, se vorrà fare meglio di quest’anno il Torino ha bisogno di un giocatore che dia di più sulla fascia sinistra”.

Lo stesso discorso lo fai per Vojvoda?

“Partirei da cosa scrivemmo qualche anno fa quando c’era allenatore Giampaolo e si dibatteva se era più giusto far giocare lui o Singo a destra. Io dissi chiaro e tondo che preferire Vojvoda era autolesionismo puro perché l’ivoriano era più forte. Alla fine, era così, e io mi arrabbiavo molto. Il kosovaro è uno che a volte ti dà una gara sufficiente, a volte no. Però questo hai a disposizione e devi arrangiarti. Però sia Vojvoda sia Lazaro pagano anche il confronto col collega che gioca a destra ed è normale che il paragone è a loro sfavore”.

Parliamo quindi di Bellanova.

“Ha avuto un’evoluzione incredibile. Mi ricordo che inizialmente giocava in maniera timida e aveva lasciato qualche dubbio, poi però si è inserito alla grande, è cresciuto molto in personalità e nella capacità di prendere l’iniziativa. Si fa vedere, sa scappare sulla fascia e rientrare anche dentro il campo, ma è bravo soprattutto quando prende il fondo e ci riesce spesso perché, con la sua velocità, è difficile stargli dietro. Il binomio Bellanova-Zapata è stato decisivo per il Torino di quest’anno, poi con l’andare del campionato gli avversari hanno preso un po’ le misure. Però velocità e piede per il cross non mancano a Raoul. A destra il Torino è a posto, semmai è mancato, come dicevamo prima, un esterno dallo stesso rendimento sulla corsia opposta. Ci fosse stato un Bellanova a sinistra, credo che il Torino si sarebbe qualificato in Europa con autorevolezza. Ma con i se non si va da nessuna parte: spero quindi che questo campionato abbia dato spunti di riflessione per il futuro”.

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